L’argomento è delicato, si sa, e talvolta è difficile mettersi nei panni di un uomo dalla vita distrutta come Piero Marazzo. Ne abbiamo lette e sentite di tutte i colori, si è addirittura parlato di cifre enormi – trentamila euro – sborsate da Piero per una prestazione sessuale e qualche ora di coccole (lo ha confessato il trans China in tv, sulle comode poltrone di Porta a Porta).
Oggi però è in atto un cammino difficile per lui, rinchiuso nell’Abbazia di Montecassino dove prega e lavora nei campi, dalle 5 del mattino fino al tramonto. E un sentimento di colpa per la brutta fine del trans Brenda.
Nella sua disperazione, ecco allora tentare forse l’ultima via possibile: scrivere una lettera a Papa Ratzinger e chiedere perdono. La notizia arriva dal Palazzo Apostolico vaticano – come racconta Repubblica.it – secondo cui, nei giorni scorsi, sul tavolo del cardinale segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio Bertone sarebbe arrivata a sorpresa una missiva proprio da Marrazzo. L’ex presidente della Regione Lazio, in quelle pagine, invocherebbe il perdono del Santo Padre, supplicando il porporato di far arrivare a Benedetto XVI questo suo sincero desiderio.
Difficile venire a conscenza, oggi e in futuro, del racconto-confessione scritto da Marrazzo al Papa, ma il contenuto può essere facilmente immaginabile.
Marrazzo come Enrico IV in fondo, l’imperatore tedesco che a Canossa nel 1077 attese tre giorni al freddo e alla neve per chiedere a papa Gregorio VII l’annullamento della scomunica. Ed ecco ora Piero togliersi un peso e cercare conforto nel Papa.
Una cosa è certa: Marrazzo si sta impegnando per tornare a essere un uomo migliore. Il vescovo Piero Vittorelli, abate di Montecarssino, ha più volte raccontato, rispettando sempre un margine di privacy, l’iter delicato che sta seguendo Marrazzo. Piccoli lavoretti agricoli, tanta preghiera e meditazione, assistito costantemente proprio dalla discreta presenza dell’abate Vittorelli. Gliela farà?