Semmai è troppo facile farsi fotografare a 20, 25, 30 anni… Mi sono ridotta i capezzoli più di 30 anni fa in Brasile e da allora non ho fatto più niente al mio corpo. Penso che nelle pieghe, nel cedimento di un muscolo si nasconda una verità: c’è un corpo che parla e che può essere anche molto attraente. Mentre un corpo super patinato, levigato, non è diverso dai manichini che vedi esposti nei grandi magazzini.
Ho sempre pensato che ci siano corpi che non sono mai volgari: credo che il mio sia uno di quelli, anche se non è mai stato perfetto e mi sono riconosciuta sempre tantissimi difetti.
Voglio trovare undici signore pronte a mettersi a nudo per raccogliere fondi per sostenere la ricerca per combattere il cancro, altrimenti sarò costretta a posare io per tutti i 12 mesi. Mi piacerebbe che accettassero Catherine Spaak, Marisa Berenson, Benedetta Barbini, Edwige Fenech, Virna Lisi, Stefania Sandrelli, Florinda Bolkan, Marta Marzotto, Dacia Maraini….
Questo è un modo per dimostrare che ancora sono viva, che ho un corpo vivo. Non è un fatto di sentirmi affascinante. È qualcosa di molto più profondo: è un modo per esorcizzare le paure che ho avuto in questi ultimi anni, il fatto che sono stata poco bene, che combatto con lo spauracchio del cancro e ho ancora in ballo un nuovo intervento da affrontare a breve. Eppure voglio gridare che, malgrado tutto, mi sento sana, viva ed è proprio questo che mi darà la grinta per sconfiggere questo male subdolo.
Hai un paio di palle come un asino anche se sei una bellissima donna,ciao