Su Vanity Fair, ecco vita, morte e miracoli di una coppia che per sette anni è andata avanti nonostante divergenze di opinioni e di altezza. Quella in centimetri, intendo. La storia fra Piero Chiambretti e Ingrid Muccitelli si è ufficialmente conclusa da qualche tempo e la giornalista, senza peli sulla lingua, non le manda a dire al suo ex.
Due anni fa, dopo la morte improvvisa di mio padre, sono cambiata, sono diventata meno leggera. Piero mi è stato sempre accanto, ma il dolore mi ha fatto crescere e ho cominciato a volere cose diverse. Piero non era più al centro del mio universo. L’amore c’era, ma volevo stimoli nuovi. Le nostre telefonate del venerdì per decidere dove incontrarsi erano diventate troppo faticose. E poi per lui il lavoro viene prima di ogni cosa. E a volte era così stanco che certi fine settimana non riusciva neanche a parlare. Per una coppia che vive un rapporto a distanza sull’asse Torino-Milano-Roma, non è il massimo. Ma anch’io non volevo perdere l’occasione della Rai trasferendomi.
Evvai allora con la lista dei periodi sì e di quelli no. Prendete nota.
Nelle vacanze estive lui diceva che si annoiava ma non è vero. Si trasforma da Chiambretti in Piero. Quelli neri li associo sempre a Sanremo, Festival o Dopofestival. Tensioni folli, stress, litigi. Brutto, pero sono sempre stata lì.
Ingrid, comunque, sa ammettere anche le sue colpe.
Lui non crede nel matrimonio, io nella convivenza. Lui diceva: vai a vivere a casa mia a Roma, ti raggiungo lì. Io rispondevo: se mi vuoi davvero, basta promesse. Anch’io ho le mie colpe, non l’ho aiutato a compiere questo passo. A lungo ho creduto che fosse l’uomo giusto per me, con il quale avere un figlio e costruire una famiglia. Non ci sono riuscita, mi sbagliavo. Forse sono una rompiscatole incredibile: esigente e precisa. Specialmente con le persone a cui voglio bene. Lui me lo ha spesso rimproverato. Diciamo che con Chiambretti me la sono giocata male perché non sono capace di grandi strategie.
Ma dove siamo, a Risiko?