Giorgio Armani: vita nuova dopo la malattia

giorgio-armaniDi vita ce n’è solo una ed è un peccato sprecarla per correre dietro al lavoro, alla fama al successo, ai soldi… Giorgio Armani lo ha sperimentato sulla propria pelle la scorsa estate, quando si presentò in passerella con il volto emaciato e l’aria di chi ha mezzo piede nella fossa.

Gli era stata diagnosticata un’epatite e fu costretto a fermarsi per un po’, ad interrompere per qualche mese l’attività di creatore in attesa di tempi migliori.

Ora è tornato più vispo che mai, la malattia è solo un brutto ricordo, ma non può negare che sia servita a fargli cambiare visione sulla vita, come racconta a Women’s Wear Daily:

Durante la malattia ho passato più tempo nelle mie case, soprattutto in campa­gna, a Broni, con gatti, cani e collaboratori. E’ brutto godersi le cose soltanto perché sei mala­to. Comunque mi sono reso conto di quanto la creatività, dunque il mio lavoro, mi aiuti a vivere. Anche se per anni ho ignorato la salute. Ora faccio delle pause e cerco di andarme­ne a casa alle 18.

Difficile credere che uno lui si conceda delle pause, abituato com’è a lavorare quattordici ore al giorno ed a seguire ogni piccolo aspetto dell’azienda perché

io non delego e quando delego controllo e mi voglio occupare di tutto. Ma so­no importanti i risvolti uma­ni.

Negli ultimi tempi si era addirittura parlato di cessione dell’attività, tanto che il nome L’Oreal rimbalzava spesso sulla stampa internazionale. Ma lui non vende né ha intenzione di ritirarsi per lasciare campo libero al nipote Andrea Camerana:

Certo, ci ho pensato al domani, anche se la mia priorità era stare meglio, aspettare mia sorella che mi portava un dolcino. Così non ho pensato di rimettere mano al testamento, mi avrebbe de­presso. Voglio continuare a di­vertirmi e lavorare nella mia azienda che resterà indipenden­te anche se ci saranno cambia­menti nel management. Mio ni­pote Andrea come delfino? Lui è carino e utilissi­mo perché è molto più calmo di me. Un giorno potrebbe ave­re la grande opportunità. Oggi il suo ruolo di nipote è già im­pegnativo.

E’ ancora presto per spodestare Re Giorgio dal suo trono.

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