bobo_vieriDa mesi e mesi fa l’illustre disoccupato, trascinandosi di qua e di là alla ricerca di una squadra disposta a pagargli lo stipendio, consentendogli di terminare la carriera in modo degno. Nel frattempo però Christian Vieri non perde occasione per far parlare di sé, specie se ad intervistarlo è quella peste di Pierino Chiambretti nel suo Chiambretti Night.

E allora via a rivelazioni sugli anni della “gioventù”, quando il nostro Bobo giocava nell’Inter e divideva marachelle e interessi con l’amico Ronaldo:

Quando ero all’Inter, Ronaldo era il giocatore che si allenava di meno perché era il più forte del mondo. E’ vero che tornavamo di notte alle 5-6 del mattino perché andavamo per locali, poi però io dormivo due ore e andavo sul campo a correre, mentre lui si metteva sul lettino a mangiare brioche e cappuccino. Il problema è che la sera dopo, a mezzanotte, si presentava sotto casa mia e suonava il clacson dell’auto fino a quando non scendevo e uscivamo nuovamente.

Non che l’attaccante italiano si tirasse indietro, anzi. Nel periodo in cui giocava a Madrid era lui stesso a trascinarsi dietro i compagni di squadra:

Quando andai a giocare a Madrid segnai nel primo anno 24 gol in 23 partite e ogni sera andavamo a ballare con dieci quindici giocatori ma nessuno poteva dirmi niente perché vinsi la classifica marcatori. In Spagna è tutto diverso: c’è meno pressione e l’allenamento consiste in tiri in porta e partitella. Poi però arrivò Sacchi e cambiò tutto. Sedute tattiche e possesso palla e tanta preparazione atletica. I compagni di squadra erano tutti arrabbiati perché pensavano che l’avessi voluto io Sacchi.

Si, figuriamoci se il mondano Vieri poteva volere proprio un sergente di ferro che rompeva le uova nel paniere da mane a sera… Lui veniva dal pianeta Juventus, un club notoriamente “serio” e poco incline a perdonare colpi di testa al di fuori del rettangolo verde e per questo cercava quella libertà che finoa quel momento gli era stata negata. Ed è proprio a Torino che Bobone ha conosciuto l’uomo che l’ha messo più in difficoltà:

L’uomo che mi ha messo più in soggezione nel mondo del calcio è stato l’avvocato Agnelli. Lo faceva con il suo modo di parlare, iniziavo a sudare e non capivo più nulla.

Tutt’altro rapporto con Massimo Moratti, arrivato persino a far pedinare il calciatore:

Non mi accorsi di essere pedinato anche perché in discoteca c’è gente strana. Per quanto riguarda le intercettazioni sono tuttora in causa sia con l’Inter sia con Telecom. Non è una questione di soldi vorrei precisare, ma ritengo non sia possibile essere sotto controllo nella vita privata.

E per quello ci sono già i paparazzi.

Categorizzato in:

Stelle dello Sport,

Ultimo aggiornamento: Settembre 30, 2009