Con Raimondo Vianello se ne va un altro pezzo di televisione italiana, di buona televisione, quella che non ha la pretesa di insegnare qualcosa, ma che si limita ad intrattenere con gag e risate.
Comico, conduttore, attore, Raimondo Vianello è passato attraverso tutti i ruoli del palcoscenico con la sua ironia garbata, che strappava il sorriso a giovani e meno giovani, non invecchiando mai, perché quel modo di “far ridere” era veramente senza tempo.
Ad invecchiare invece era lui, arrivato alla soglia degli 88 anni (avrebbe spento le candeline il 7 maggio) con qualche acciacco di troppo, sebbene lui si ostinasse a ripetere che era una sorta di miracolato, essendo riuscito a sconfiggere il cancro qualche tempo fa.
Ma stavolta nulla ha potuto contro l’aggravarsi delle condizioni fisiche che lo avevano costretto al ricovero dal giorno di Pasqua e stamattina ha chiuso definitivamente gli occhi, assistito fino alla fine dalla sua Sandra Mondaini.
Insieme avevano divertito più di una generazione di italiani, giocando sugli equivoci in Casa Vianello (ma non solo) ed insieme hanno vissuto per quasi cinquanta anni, affermandosi come una delle coppie più longeve ed unite dello spettacolo italiano.
Se ne va un signore, come lo hanno definito in molti nelle ore successive alla notizia della morte. Se ne va uno dei padri dell’umorismo all’italiana, uno che difficilmente riuscirà a trovare eredi sul palcoscenico, perché Raimondo Vianello era unico nel suo genere.
Non lascia figli, ma saranno in tanti a rimpiangerlo, come dimostrano le innumerevoli testimonianze d’affetto che stanno affollando blog e forum televisivi in queste ore.
Il nostro ricordo finisce qui, ma siamo certi che lui, ovunque sia adesso, se ne starà lì col suo sorriso sornione, rubando magari la battuta alla sua Sandra nel leggere l’ennesimo articolo a lui dedicato:
Che barba che noia, che noia cha barba…
Ciao Raimondo!