Era il 28 giugno scorso quando l’Italia si fermò davanti alla tv per seguire le sorti di Pietro Taricone, precipitato con il suo paracadute e rimasto gravemente ferito. O guerriero non riuscì a vincere la sua ultima battaglia e di lì a qualche ora morì, lasciando un enorme vuoto nei cuori dei suoi innumerevoli ammiratori.
Perché tornare oggi sull’argomento? Perché finalmente è stata chiusa l’inchiesta sulla sua morte, con un esito che sembrava scontato sin dall’inizio. La procura aveva aperto il procedimento contro ignoti per accertare le cause dell’incidente, ma alla fine della fiera si è appurato che la colpa non è imputabile a nessuno, se non allo stesso Taricone, che aprì con notevole ritardo il paracadute.
Forse Pietro voleva vincere l’ennesima sfida con se stesso e con il mondo o forse non aveva valutato accuratamente il rischio che stava per correre. Resta il fatto che assurdo morire così.