Ilary Blasi-Francesco Totti, una coppia normale

E’ una Ilary Blasi a 360° quella che si palesa di fronte ai taccuini di A per raccontarsi nella vita quotidiana, a partire – ovviamente – dal rapporto con Francesco Totti, la dolce metà ma anche il collega simpatico degli spot per una nota compagnia di telefonia mobile.

La domanda nasce spontanea: Ilary e Francesco sono davvero così nella vita reale o lo spot riflette una realtà diversa da quella che vediamo in tv?

In realtà c’è quel tipo di rapporto che voi vedete. Con una piccola diversità, che lui negli spot fa finta di non capire niente di Internet e di Adsl, in realtà è tutto il contrario. Sono io che non capisco nulla e lui è capace.

Prima grande rivelazione: il capitano della Roma non sa mettere in fila due parole di senso compiuto (qui i tifosi giallorossi mi odieranno) , ma pare sia un mago dell’elettronica e dell’informatica. E’ comunque difficile credere che la famiglia Totti sia uguale a qualunque altra famiglia italiana, con gli stessi problemi e gli stessi impegni di qualunque altro comune mortale. E invece pare che sia davvero così:

Parto per Milano il mercoledì e torno il giovedì. Come tutte le mamme sono un’esperta di incastri. Oggi ho portato i bambini a scuola, mi sono presa un’ora per me in palestra, poi sono andata a riprenderli. Nel pomeriggio Christian aveva calcio e sono stata a vederlo con Chanel, poi li ho riportati a casa, stasera vado alla partita di mio marito. Ho giornate piene, non ho tempo per pensare a stronzate o annoiarmi. Però mi piace, “me lo sono cercato”.

Non poteva mancare poi il capitolo dedicato alle corna, visto che spesso in passato la coppia Blasi-Totti è stata data in crisi e vicina alla rottura. Ilary fa la parte della donna che si fida:

Non amo le bugie, preferisco parlare, in due si affronta meglio ogni problema. La coppia è un gioco di squadra. Non so se perdonerei un tradimento, non posso dire a priori. Quante volte si dice “io non perdonerò” e poi… Se sto bene, non mi interessa andare a sapere. Non sono una che sta lì a controllare, ad angosciarsi.

Insomma, l’importante è non sapere.

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