Giorgia Palmas parla del Rubygate

Foto: AP/LaPresse

Da velina a vincitrice de “L’isola dei famosi“: Giorgia Palmas ha tironfato nell’edizione di quest’anno, stranamente senza aver destato scandalo nel corso del programma e senza aver piazzato il suo fondoschiena a favore di telecamera, come faceva la collega Raffaella Fico.

Il pubblico che premia la semplicità, vien da dire. Ma le ci va piano e, intervistata da Vanity Fair, ci tiene a far sapere che non è una santa. Giorgia Palmas, esile e abbronzatissima, è finita sulla copertina del settimanale, con degli scatti forse un po’ troppo ritoccati ed ha parlato della sua ultima esperienza televisiva e non solo.

Giorgia ha raccontato il suo ritorno a casa, il poter tornare alla quotidianità, riabbracciare la figlia e rivedere il marito tutti i giorni. Nel parlare di ragazze pulite, salta inevitabilmente fuori la questione Rubygate, che ha dato parecchio materiale di cui sparlare negli ultimi mesi.

Giorgia Palmas sembra essere lontana anni luce da quel genere di ragazze, ma spiega di non essere una santa, semplicemente ha preso un’altra strada:

Mi fa piacere essere indicata come un personaggio positivo, aver ispirato solidarietà femminile. Ma non sono certo una santa: ho bruciato anch’io tante tappe, e non mi sono limitata nel vivere.

L’ex velina spiega che non sente il bisogno di disprezzare quelle ragazze e di puntare il dito contro di loro. Secondo la vincitrice del reality condotto da Simona Ventura, le papi girls fanno già fatica a guardarsi allo specchio:

E poi ogni storia è diversa. Può essere facile far cadere una donna che la vita ha già messo in difficoltà.

Insomma, secondo la Palmas, quando arrivano i problemi, non per tutti è semplice scegliere la strada più faticosa, a volte si passa alla scorciatoia senza sapere che poi si pagherà a caro prezzo. Forse quel prezzo da pagare, però, sono anche le chiacchiere della gente e gli indici puntati in segno di disapprovazione ma lei, che ha vinto proprio per la sua discrezione, non vuole disprezzare nessuno.

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