Il suo ultimo desiderio non l’ha visto realizzarsi. Mike Bongiorno voleva diventare senatore a vita della Repubblica Italiana. La notizia la si sapeva, ma poi è arrivato anche Silvio Berlusconi a confermarla.
L’avevo sentito la settimana scorsa per un progetto che avevo in corso a cui teneva moltissimo, di diventare senatore a vita.
Nulla da fare negli scorsi anni. Il premier, in realtà, lo aveva proposto nel 2002, ma l’iniziativa era svanita nel nulla. A dispiacersi dunque è tutto il mondo politico. Per il ministro dei beni culturali Sandro Bondi:
Ora che non c’è più sorge il grande rammarico che questo Paese, al quale ha voluto bene e per il quale ha rischiato la vita durante la prigionia nel periodo successivo all’8 settembre, non gli abbia dato quella soddisfazione cui egli ambiva e che non ha mai nascosto, convinto nel suo cuore che questo segnale di gratitudine prima o poi sarebbe arrivato: la nomina a senatore a vita. Non era un’ambizione fine a se stessa, ma il desiderio di veder riconosciuto il suo valore e il suo grande attaccamento all’Italia, che egli ha sempre chiamato Patria.
… mentre il leader del Pd Dario Franceschini lo ricorda così:
Per gli italiani Mike era la televisione, quella che si guardava tutti insieme in famiglia o magari nei bar, quella che costruiva un senso comune e cambiava radicalmente il nostro Paese ma anche quella di oggi, visto che in questi decenni lui l’ha attraversata tutta e si riprometteva di andare ancora avanti senza l’ombra di stanchezza malgrado i suoi 85 anni.
E dunque cosa si fa adesso? Una proposta arriva da Ombretta Colli, donna di spettacolo e senatrice del Pdl. Sì alla nomina ‘post mortem’:
Nessuno più di Mike, americano d’Italia, conosceva il nostro Paese e vi si risconosceva. Per questo, e nella consapevolezza dei limiti posti dalle regole del dettato costituzionale, propongo comunque per Mike Bongiorno il titolo postumo di senatore a vita.
Speriamo nel buon cuore di qualcuno.