Povero Pete Doherty, nemmeno in galera riesce a trovar pace! Lo avevamo lasciato solo e triste in una cella del Wormwood Scrubs, a consumare la sua ennesima dose di eroina.
Non è facile liberarsi dal vizio e chi sperava di poterlo accogliere all’uscita dal carcere perfettamente ripulito dalla droga, si è dovuto arrendere alle notizie che provenivano dall’interno dell’istituto di pena.
C’era da aspettarselo in fondo, inutile illudersi che quattro dosi di metadone potessero salvarlo dal suo triste destino. Ma da ora in poi, il caro Pete dovrà fare i conti con un altro nemico, se vuole continuare la sua turbolenta esistenza e per questo avrebbe chiesto ed ottenuto di essere posto in isolamento. Che è successo di così grave?
Pete è in galera da qualche giorno, ma nessuno si è degnato di fargli visita, né tantomeno di rifornirlo del denaro contante, che gli garantirebbe la sua dose quotidiana. Come fare allora?
Semplice: basta firmare cambiali e promettere un pagamento a breve termine. Un giorno, due, tre… ma la tanto attesa visita non arriva e nemmeno il denaro. Se fosse stato in libertà, sarebbe potuto scappare o magari avrebbe trovato il modo di non farsi trovare, ma in carcere l’unico modo per difendersi dai pusher inviperiti è l’isolamento.
E stavolta forse Pete le avrebbe prese di santa ragione, se non avesse avuto la soffiata di alcuni secondini, che erano a conoscenza di una spedizione punitiva nei suoi confronti.
Ora per sua fortuna è al riparo da qualunque attacco, solo soletto, o quasi ( in realtà è in compagnia di altri quindici carcerati) e avrà tutto il tempo per meditare sugli errori passati e sui progetti futuri.
Intanto ha un’autobiografia da scrivere (la seconda, dopo “The Books of Albion: The Collected Writings of Peter Doherty”) che gli frutterà fior di sterline, a patto che dedichi un capitolo alla ex fiamma Kate Moss.
E chissà che lontano dai pusher e con una penna in mano non riesca ad uscire dal tunnel… Ma forse ci stiamo di nuovo illudendo!