Per molti, le reali cause della morte di Michael Jackson resteranno un mistero, considerando il personaggio. Eppure da Los Angeles giungono aggiornamenti circa l’attività della polizia di queste settimane che, occorre dire, non si è mai fermata. Sempre più aspetti porterebbero a considerare la morte di Jackson come omicidio. Tra i maggiori sospettati, il Dr. Conrad Murray, l’ultimo ad aver visto il cantante vivo.
Il potente medicinale Propofol, utilizzato nelle anestesie ospedaliere e vietato per un uso privato, rimane per ora la causa scatenante del decesso. Numerose fiale sono state ritrovate nella casa del cantante, ed è ora necessario stabilire come siano arrivate lì. E’ stata contattata a tal proposito la Teva Pharmaceuticals, casa farmaceutica che produce questo tipo di fiale, per capire quali dottori le prescrivessero. Intanto, da parte dello staff del Dr. Murray, avvocati compresi, non arrivano conferme o smentite riguardo la sua abitudine a somministrare Propofol.
Tra tanti bla bla bla, ha parlato ancora una volta il dottor Arnold Klein, dermatologo di Jackson dal 1984.
Non ero uno dei dottori che gli davano delle overdose di medicinali o troppa roba. In realtà era il contrario, io ero quello che gli limitava tutto, che aveva fermato tutto. L’ho visto per l’ultima volta tre giorni prima che morisse, e di non aver notato nulla di preoccupante. Ha ballato nel mio ufficio, per me e per gli altri pazienti.
Misteri e cattiverie, sì. Ma per fortuna c’è ancora chi ricorda il genio di Michael, come Sofia Loren, sua grande amica.
Quando l’ho incontrato l’ho sentito subito come un figlio. Era un uomo straordinario, una specie di furia artistica. Sul palco ha inventato delle cose che non succederanno mai più. Mai più. Hanno detto delle cose molto brutte su Michael ma io non ci credo, lo penso ancora vivo. Ricordo quando accompagnavo i miei figli nel ranch di Jackson. E’ stato una grande anima e aveva un gran cuore.