Micheal Jackson è scomparso da più di due anni, ma i misteri intorno alla sua morte non sono ancora stati chiariti. In discussione soprattutto il ruolo di Conrad Murray, medico personale del cantante, che deve rispondere dell’omicidio involontario del re del Pop.Il team legale di Murray sta cercando di dimostrare che Micheal era dipendente dai farmaci che lo aiutavano a dormire. Una fonte ha dichiarato al quotidiano Daily Mirror:
Vogliono mostrare al mondo che era un tossicodipendente. E che Michael agiva come un pazzo nelle sue ultime ore di vita, chiedendo a Conrad droghe per aiutarlo a dormire.
Il medico dichiarerà anche che Jackson era in grado di iniettarsi sostanze da solo avendo una dettagliata conoscenza di farmaci e trattamenti per via endovenosa, dopo decenni di abuso di droga. La fonte ha poi aggiunto:
Il Dottor Murray è fiducioso di riuscire a convincere la giuria che Michael potrebbe essersi somministrato la droga da solo.
Nel frattempo, un testimone chiave del caso è scomparso. Si tratta del farmacista Tim Lopez, che ha sostenuto che inviò grandi quantità di un potente anestetico alla ragazza di Murray, poco prima della morte del cantante. Lopez si è spostato in Thailandia senza dire nulla ad autorità, amici e familiari hanno rifiutato di rivelare la sua esatta ubicazione. Saranno questi gli argomenti di apertura del processo, il cui inizio è previsto per il 26 settembre. Se condannato il medico rischia fino a quattro anni di carcere. Ancora troppo rumore attorno alla star di Thriller che forse meriterebbe solo silenzio.
cinzia Settembre 20, 2011 il 10:12 pm
Murray sarebbe capace di mentire anche in punto di morte,lo ha ucciso Michael,e il Propofol non doveva essere li in quella stanza.
Come fa a dormire la notte mi chiedo,un uomo onesto sarebbe distrutto dal rimorso,lui invece ha sempre quell’aria spavalda sul volto.
Pagherai Murray in questa vita o nell’altra,pagherai per tutto il male che hai fatto a Michael,ai suoi figli e a noi per avercelo portato via.