Jason Pfeiffer. Vi dice qualcosa questo nome? Facciamo un salto a qualche mese fa. Lo scoop del Sun dava la parola a lui, tale Jason, dipendente della clinica dermatologica del dottor Arnold Klein in cui si curava da anni Michael Jackson. E Jason, circa quattro mesi dopo la sua morte, spiegò di aver avuto una breve e romantica storia d’amore con il cantante.

Pfeiffer sosteneva infatti di aver conosciuto Jackson al telefono, ma di essere poi stato invitato una sera a casa sua. Da quel momento, una serie di incontri clandestini.

Il nostro primo appuntamento è stato nella mia auto, ma le guardie del corpo erano sempre presenti per ficcare il naso. Lo riportai a casa dopo poco, ma ci divertimmo molto. Difficile descrivere cosa provo ora, ho un grande vuoto nel cuore. Negli ultimi giorni della sua vita, Michael era diventato eccessivamente religioso, drammatico, estenuante ed era esausto. Forse ci stava dando l’ultimo saluto.

Adesso l’uomo in carne è tornato a parlare, regalando una nuova intervista. Tra i racconti, la conferma che tra i due vi fosse un rapporto speciale dovuto anche a un’infanzia molto simile.

Un giorno parlavamo del passato, abbiamo entrambi iniziato a piangere, io mi sono alzato e, avvicinandomi a lui gli ho detto ‘Va tutto bene Michael’. Lui mi ha abbracciato e in quel momento l’abbraccio è andato un po’ oltre. Era ovvio che Michael provasse dei sentimenti per me.

E poi:

Con il passare del tempo siamo diventati amici molto intimi. Ci amavamo. Me lo diceva sempre e anche io glielo dicevo sempre. Ero certo che lui fosse la mia anima gemella. Era molto passionale e sensuale. Probabilmente molte persone che lo conoscevano bene sarebbero d’accordo con me.

Pfeiffer ha poi spiegato di non aver mai esplicitamente chiesto a Jackson se fosse gay o no. Il motivo?

Semplicemente presumevo che fosse bisessuale.

Ascoltate con le vostre orecchie.

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Ultimo aggiornamento: Aprile 30, 2010