Sono trascorsi 14 anni dal giorno in cui la musica italiana piangeva la morte di Mia Martini, cantante dall’ugola “da brividi”, ma spesso bistrattata dai colleghi. Della sua scomparsa si parlò molto, specie per le circostanze in cui avvenne (da sola in una stanza con diversi flaconi di pillole semivuoti).
Oggi torna a parlarne la sorella della cantante, l’imprevedibile Loredana Bertè, che dà una versione tutta sua dei fatti, accusando il padre con termini non troppo teneri:
Ho saputo che Mimì era andata due giorni dal padre, che non vedeva da 40 anni. Lui le ha dato un appartamento del ca…, dove non c’era niente. C’era un materasso steso per terra e basta. Mimì si lamentava, diceva che quel posto faceva schifo e che non ci sarebbe rimasta. C’è stata in tutto tre giorni: uno da viva e due da morta, ma in quell’appartamento ce l’ha messa il padre, poteva tenersela lui… Poi quando l’ho vista dentro la bara, era massacrata, piena di lividi.
E’ solo una parte dell’intervista concessa alla rivista Musica leggera, nella quale la Bertè sfoga tutta la propria rabbia, non dando credito neppure all’autopsia che parlava di arresto cardiaco dovuto ad abuso di stupefacenti:
Che ne so, magari Mimì si è fatta uno spinello, e lui è entrato e l’ha massacrata. Perché è sempre stato così: un padre padrone. A mia madre la prendeva a calci in c…, le dava il veleno.
E non finisce qui…
Mimì aveva un sesto senso, aveva capito che quando in casa si sentiva Beethoven a tutto spiano, stavano per arrivare le botte. Allora scappava e mi portava via, mi portava davanti al mare. Alla sorella più grande, Leda, un giorno l’ha fatta volare dalla finestra solo perché aveva preso 6 in latino, e lui che era professore di latino e greco non poteva sopportarlo.
Che dire? Se il suo racconto corrisponde al vero, riusciamo a capire qualche “stranezza” dell’irascibile Loredana!
accuse pesanti