Jovanotti si racconta

Ci sono artisti incapaci di cambiar pelle. Ascolti le prime note di una canzone e sai subito che appartiene a loro, quasi come un marchio di fabbrica necessario per sopravvivere. E ci sono artisti che nel corso degli anni vogliono offrire sempre qualcosa di nuovo al proprio pubblico, maturando nella mente e nello spirito.

Uno di questi è Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini, ex rapper scapestrato ed ora uomo maturo dalle mille sorprese. Lui non ha potuto scegliere se cambiare o no, è stato quasi costretto dalla crescita, dall’evoluzione o, se preferite, dagli anni che passano.

E quello che ci ritroviamo di fronte adesso è un Jovanotti tutto nuovo, che però piace alla gente, per quello che dice, per come si racconta, per come si propone al suo pubblico. Ha sempre qualcosa da dire, sia che parli da un microfono in tv, sia che passi davanti alla penna di un giornalista. Un fiume di parole, senza nemmeno aspettare le domande.


E parla, parla parla… del lavoro, della religione, della famiglia. Si è ritrovato sul palco vent’anni fa, quasi per caso, senza gavetta. In tre settimane era già in testa alla classifica, con mezzo milione di copie vendute. E pensare che ha sempre ammesso di non avere doti musicali:

Non avrei potuto dire né pensare “prima o poi il mondo capirà quanto valgo”. A me succedeva il contrario, avevo l’impressione di avere più di quanto meritassi.

Una professione la sua non molto ben vista dalla famiglia, che avrebbe voluto vederlo sistemato e non in giro per locali nelle ore notturne:

Mio padre si è reso conto che facevo un lavoro serio quando mi vide in Rai, con Pippo Baudo a Fantastico. La Rai per lui era come la banca, il pezzo di carta.

E pensare che quando aveva 19 anni avrebbe potuto avere un contratto in
esclusiva con la Fininvest:

Salii sull’elicottero di Berlusconi. Mi portò in villa, fece mostra di sé e mi conquistò. E’ bravo a conquistare. “Devi leggere, leggere molto”, mi raccomandò. Era la prima volta che incontravo uno così ricco, la prima volta che vedevo una casa che assomigliava al Vaticano.

Lui che il Vaticano lo conosce bene, visto che suo padre era un impiegato della Santa Sede e Lorenzo ha trascorso l’infanzia all’ombra del Cupolone. Ma questo non è bastato a renderlo un cattolico:

Io credo a tutto, a ogni religione. Quando attraversai il Pakistan in bicicletta, e dietro a ogni curva trovavo un uomo chino a pregare sul suo tappetino, non potevo non provare ammirazione per l’Islam. Idem sul Monte Athos, alla presenza di quei monaci ortodossi così fieri, maestosi. O nella quiete ascetica dei monasteri buddisti. Come si fa a sceglierne una sola?.

E’ questo il Jovanotti di oggi: pacato, riflessivo e con tante cose da raccontare. Lo avreste mai detto 20 anni fa?

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