Si sa e non si dice. Ma questo silenzio è costato caro, è costato una vita. Tutti sapevano ormai da tempo della dipendenza da farmaci di Michael Jackson. Tutti, pure la sua famiglia. Uno dei fratelli di Michael ha raccontato in una intervista al Daily Mail che alcuni membri della famiglia del cantante avevano avuto una discussione proprio per questo tragico motivo.
Secondo Tito Jackson:
Michael ha fatto di tutto per essere sicuro che noi non sapessimo nulla del suo consumo di medicine, ma noi eravamo preoccupati per la sua salute. Una volta abbiamo fatto irruzione in casa sua trovandolo non poco sorpreso, siamo andati in una delle sue camere e abbiamo avuto una discussione con lui. Alcuni di noi piangevano.
Ma Michael avrebbe sempre negato ai suoi cari di essere un drogato, e la sicurezza del cantante, a un certo punto, avrebbe impedito alla famiglia di avvicinarglisi.
Fonti parlano di un uomo che in sei mesi è stato capace di ingurgitare 10.000 pillole. Addirittura è apparsa una sorta di lettera del 2002 in cui tale dottor Farshchian suggeriva al cantante di sostituire il Demerol con un altro narcotico “simile ma migliore”. Lo scopo? Contenere la sua richiesta del medicinale, sempre più esagerata. E chi lavorava a Neverland continua a sostenere:
Tutti sapevano che aveva un problema di droga. C’erano delle volte che gli occhi gli roteavano nelle orbite e nemmeno lui sapeva di che stava parlando.
A dire la sua anche Kathryn Buschelle, moglie del suo chirurgo:
L’ossessione di Michael per l’apparenza lo portò a fare sempre più trattamenti per sbiancare la pelle. Ma mentre si bruciava letteralmente la pelle si drogava fino a diventare uno zombie. La droga arrivò a diventare l’unico vero motivo per cui veniva in clinica. A volte rimaneva sotto i suoi effetti 72 ore di fila, era come se si mummificasse da solo.
Non c’è pace, proprio no.