Dieci settimane, settanta giorni: tanto è durato il calvario post mortem di Michael Jackson, la cui salma è stata sballottata qua e là senza pace in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
Ora è finita e il Re del Pop può finalmente riposare in pace sotto una fredda pietra del cimitero di Forest Lawn, sebbene sia inutile illudersi che la sepoltura possa offuscarne il mito o far tacere le tante chiacchiere intorno alla sua morte.
Il funerale ha avuto luogo nella serata di ieri, quando in Italia erano le 5:30 del mattino, in netto ritardo rispetto all’orario previsto (evidentemente i parenti hanno perso troppo tempo a farsi belli davanti allo specchio).
Alla cerimonia hanno partecipato circa duecento invitati, tra i quali gli amici di sempre (quelli veri) Macauley Culkin, Liz Taylor (che aveva disertato il memorial dello scorso luglio), Barry Bonds, il reverendo Al Sharpton e l’ex moglie Lisa Marie Presley.
Fan e paparazzi, invece, sono rimasti fuori, tenuti lontani da un accurato sistema di sicurezza che prevedeva addirittura la sorveglianza in elicottero e l’impiego di un nutrito gruppo di poliziotti a terra in tutta la zona.
La famiglia Jackson ha curato nei dettagli ogni aspetto della cerimonia e non si può certo dire che sia stata lì a risparmiare il centesimo (tanto pagava Michael!), arrivando a spendere un milione di dollari, tra sicurezza, limousine, e l’acquisto di dodici loculi vicini alla cripta che ospiterà in eterno il cantante.
Nel mausoleo, oltre alle riproduzioni fedeli di alcune opere di Michelangelo (la Pietà, il David, il Mosè), è stata posta una copia in vetro colorato che rappresenta L’ultima cena, la stessa che Michael volle a Neverland (la differenza è che in quella il cantante aveva fatto sostituire il volto di Cristo con il suo e quello dei discepoli con i vari Charlie Chaplin, John Fitzgerald Kennedy, Albert Einstein, Elvis e Walt Disney.
I dettagli della cerimonia finiscono qui, ma vogliamo concludere con la frase impressa sulla prima pagine del programma della serata
Se entri nel mondo sapendo di essere amato e te ne vai sapendo lo stesso, tutto quel che accade nel frattempo si può affrontare.
Lui sapeva di essere amato, ma non ha saputo affrontare tutto il resto. Riposa in pace Michael!