A quasi un mese dalla scomparsa di Michael Jackson, continuano le testimonianze di chi ha conosciuto il Re del Pop. Ci sono poi persone fortunate come Timor Steffens, ballerino olandese, che hanno avuto la possibilità di frequentare Michael fino agli ultimi giorni della sua vita perché impegnato nelle prove del This is Tour.
Lavorare con Michael? Le parole non possono descrivere questa sensazione. Era una persona modesta, pura, timida. Quando lo vedevi sul palco pensavi ‘Wow, questo uomo è spettacolare’, ma nel privato era una persona molto dolce.
Anche per Timor è stato uno shock apprendere della fine di Michael:
Ogni giorno penso a quello che è successo. Molte persone mi sostengono e mi scrivono ‘E’ un peccato che il tuo sogno non sia diventato realtà ’, ma io dico loro che il mio sogno si è comunque realizzato. Sono stato su un palco accanto a lui e, in quelle settimane, ho imparato molto, sia dal punto di vista della danza che della vita.
Alla domanda sulle condizioni di salute di Jackson durante le prove del tour:
Michael era pieno di energia. Ballava come uno di 18 o 20 anni. La sua morte non se l’aspettava nessuno, era davvero in forma. Non so bene cosa sia successo, evito di seguire tutti gli ultimi eventi. Ma sono sicuro al 100% che avrebbe potuto fare tutti i 50 concerti senza problemi.
Gli ultimi ricordi di Timor si chiudono così:
Ogni giorno Michael arrivava alle prove sorridente, era entusiasta. Rumoroso, rideva spesso. Ci diceva ‘Sta venendo fuori un bel lavoro’ e che era felice e soddisfatto circa la scelta di noi ballerini, dei coristi e della band. Michael in fondo non è morto, almeno non per me. Michael vive in ognuno di noi. Riesco a sentirlo vicino nella vita di tutti i giorni. E so che ci sarà sempre.