Jackson, parla il suo ritrattista personale

David Nordahl

Un ‘Re’ come Michael Jackson amava circondarsi di persone di ogni tipo. Addirittura di un ritrattista personale. Basti pensare che per vent’anni circa, l’artista David Nordahl lavorò per lui. Completò centinaia di quadri e circa una dozzina di commissioni epiche.

Oggi il ritrattista trova il coraggio su UsaToday di ricordare il suo rapporto con il cantante, iniziato dopo che Jackson lo conobbe artisticamente nell’ufficio di Steven Spielberg. Qui vi era proprio uno dei quadri di Nordahl raffigurante delle truppe dell’esercito che invadevano il campo degli Apache.

L’ho sempre considerato una persona normale ed è la persona più premurosa e rispettosa che io abbia mai conosciuto. In 20 anni, non l’ho mai sentito alzare la voce. Ci accomunava un’infanzia difficile. Crescendo non abbiamo avuto modo di giocare e siamo entrambi fanatici del lavoro. Quando lo incontrai la prima volta, ricordo che la vitiligine gli aveva colpito il lato destro del viso fin giù il collo. Gran parte della mano destra era bianca. Macchie di colore bianco forte. Usava il trucco perché ne era costretto. Senza, era tutto chiazzato.



Per Nordahl, Jackson non sembrava affatto un tossicodipendente in quanto non fumava ed evitava di assumere bevande alcoliche e zuccheri.

Era per lo più vegetariano. Solo quando era in tour i cuochi gli facevano mangiare del pesce e a volte del pollo. Amava le alette di pollo. Beveva sempre acqua. Bevemmo del vino solo due volte, una volta con la sua ex-moglie Lisa Marie Presley ed un’altra a casa di Ron Burkle. Entrambe le volte Michael ne bevve solo un bicchiere.

E poi il suo rapporto speciale con i figli.

Michael era un vero papà, non un papà di Hollywood. Si alzava di notte per dar loro il biberon. Li cambiava, faceva loro il bagnetto, tutto ciò che fa una mamma. Per tutto il tempo che ho trascorso con quei bambini, non li ho mai sentiti supplicare per qualcosa o dare di matto. Non li ho mai sentiti piangere. E poi non li viziava. Michael diceva ‘Voglio che crescano nel modo più normale possibile’.

Ciò che da oggi Nonna Katherine cercherà di fare.

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