E’ trascorso quasi un anno da quel triste 25 giugno che ha visto sparire la stella più luminosa del pop e stiamo qui ancora a chiederci se Michael Jackson sia realmente morto o se si nasconda da qualche parte in giro per il mondo.
C’è da dire che la stampa internazionale non aiuta certo i suoi innumerevoli fans a rinunciare alla speranza di vederlo ancora una volta sul palco, alimentando i dubbi e rilanciando ipotesi già circolate all’epoca dei fatti, magari prendendo spunto da blog e forum dedicati al Re del Pop.
Basti dare un’occhiata ad una pagina del Sun di oggi, dove una giornalista riprende i sospetti palesati su un forum, ripercorendo un’ipotesi alquanto bizzarra: Michael Jackson in realtà sarebbe vivo e vegeto e si nasconderebbe dietro il volto ustionato di un suo amico.
L’amico in questione è un trentatreenne newyorkese, nato come Dave Rothenberg ed ora conosciuto semplicemente col nome di Dave Dave. L’uomo ha una storia drammatica alle spalle, considerando che all’età di sei enni venne cosparso di kerosene dal proprio padre e poi bruciato per questioni legate alla sua custodia.
Dave riuscì a sopravvivere al rogo, ma riportò gravi ustioni sul 90% del corpo, che lo costrinsero ad una vita non certo facile, come si può immaginare. Qualche anno più tardi la mamma lo portò a Neverland, dove Dave ricevette affetto ed attenzione da Michael Jackson.
E qui viene la parte interessante della storia, perché Dave partecipò al programma di Larry King proprio nel giorno del funerale di Jackson. Cosa c’è di tanto strano? Nulla, ma qualcuno ha pensato bene di mettere a confronto una vecchia immagine di Dave (con collo rugoso ed occhi verdi) con un fermo-immagine preso dalla trasmissione, in cui si nota il collo assolutamente liscio dell’uomo e gli occhi castani, molto somiglianti a quelli di Michael.
Nel forum in questione i fans di Jackson vorebbero dimostrare che il loro mito si nasconde nel corpo di Dave Dave, assicurando anche che l’ospite del Larry King aveva una voce troppo acuta per essere quella dell’uomo ustionato.
La solita leggenda metropolitana o si può realmente dar credito ad un’ipotesi così fantasiosa?