Sempre più nebbie si addensano sugli ultimi giorni di vita di Michael Jackson. Il cantante, è ormai certo, non viveva momenti sereni chissà da quanto. Tra i suoi numerosi timori, quello che potesse accadere qualcosa di brutto a lui e alla sua famiglia, tanto da compilare una lista nera con i nomi delle persone che era convinto volessero fargli del male. A confessarlo è Dieter Wiesner, manager del cantante.
A volte era veramente paranoico. Un giorno gli dissi: Michael cosa stai facendo? E lui rispose: compilo una lista delle persone che mi stanno dietro e vorrebbero distruggermi.
Ecco allora alcuni dei nomi: gli amici Uri Geller e Schmuley Boteach, con i quali Michael ebbe svariate liti a proposito della sua dipendenza dei farmaci. E poi Tom Sneddon, il procuratore distrettuale che rappresentava l’accusa nel processo per molestie sessuali sui minori, l’avvocato Gloria Allred che aveva chiesto delle indagini sulla sicurezza dei figli del cantante, e Janet Arvizo, la donna che denunciò ingiustamente Michael per aver abusato del figlio tredicenne e diede vita, nel 2005, all’ennesimo processo.
Ma non finisce qui. Ennesimo colpo di scena nella già complessa vicenda: sono spuntate infatti a sorpresa le registrazioni audio di una telefonata che Michael fece al suo manager una notte.
Un disperato grido di aiuto da una voce probabilmente impastata dai medicinali. Tra i passaggi più tragici custoditi dalla segreteria telefonica del manager:
Dieter, sono Michael. Sono le 4 e 30 del mattino qui. Scusa, posso sembrare assonnato ma sono allo stremo delle forze. Per favore, prendi questo messaggio che ti ho lasciato molto seriamente perché sono molto preoccupato per la mia vita e per i miei figli.
E ancora:
Vorrei trovarmi in un altro posto adesso. Vorrei allontanarmi da tutti per un po’. Siamo fratelli, Dieter, dobbiamo restare uniti, non permettiamo al sistema di dividerci. Non vogliamo morire sapendo di non aver ottenuto i nostri scopi, voglio morire sapendo di aver fatto tutto quello che volevo fare e a modo mio.
A voi l’audio.
dieter non ha fatto nulla per aiutare michael in quel preciso momento le sue paure erano reali . troppo comodo informare il mondo di questa telefonata dopo la morte di mike.