j-axTrentasei primavere suonate, una carriera che procede a gonfie vele, una vita privata che gli regala la stabilità che cercava da tempo: cosa potrebbe volere di più J-Ax? Domani uscirà il suo terzo album da solista, Deca Dance, ed è l’occasione giusta per fare il punto della situazione, non solo a livello professionale, ma anche sotto l’aspetto umano.

Negli ultimi due anni ho scritto parecchio: ho già pronto un altro disco. Più o meno ho sistemato tutte le cose della mia vita: ora tocca alla carriera. Che è decollata mentre facevo cazzate con donne, droghe, pillole, alcol. Poi mi è venuto l’esaurimento nervoso, sono andato dallo psichiatra, sono scappato in America.

E’ l’inizio di un’intervista concessa a Vanity Fair, nella quale il cantante milanese, al secolo Alessandro Aleotti, confessa le proprie speranze e ammette le paure:

Oggi non c’è niente che mi spaventi. Ma prima di Rap’n’Roll, cioè quattro mesi fa, avrei risposto che temevo di non riuscire più a mantenermi con la musica. Di dovermi cercare, magari a quarantacinque o cinquanta anni un altro lavoro per campare.

J.Ax è cresciuto, non rinnega il proprio passato, ma vuole staccarsi dall’immagine dell’eterno adolescente:

Non mi sento un quarantenne ridicolo. Ridicola è Madonna, che fa ancora la sexy. Io sono quello di sempre, ma con una vita più equilibrata rispetto a dieci anni fa.

Oggi è un uomo nuovo. Si è sposato una paio di anni fa con una modella americana e spera di aver trovato finalmente la quadratura del cerchio, anche se non si sente pronto per diventare padre:

Un piccolo J-Ax mi piacerebbe. Ma ho un po’ paura: io e mia moglie siamo due sopravvissuti a uno stile di vita estremo. Quindi, prima di fare un figlio, devo avere una stabilità psicologica tale da mollare J-Ax e la sua vita. Non faccio un bambino per poi andare in tour e lasciarlo a casa. E con la crisi che c’è, per ora, non posso fermarmi. Ho bruciato tanti soldi in questi anni.

Infine una stoccata a Zucchero per le critiche rivolte alla canzone Domani, che ha visto riuniti numerosi artisti per la raccolta fondi da destinare all’Abruzzo:

Dice che la nostra canzone è brutta? E chissenefrega… Finora abbiamo raccolto quasi un milione di euro ed è questo quello che conta. Il resto mi sembrano cazzate. E poi nessuno ha fatto il furbo per motivi promozionali. Non ci siamo mica fatti fotografare con gli Indios come Sting in Amazzonia…

Bravo Alessandro! Avrai pure cambiato stile, ma il caratterino è sempre lo stesso.

Ultimo aggiornamento: Giugno 11, 2009