Il medico di Michael Jackson: ecco il segreto della sua pelle

di Redazione 1

Michael Jackson

Arnie Klien è il dermatologo che dal 1984 aveva in cura Michael Jackson. Per più di vent’anni, dunque, il dottore è stato alla corte del Re del Pop, oltre ad aver avuto in cura i personaggi più famosi di Hollywood. Ora il medico, il primo a diagnosticare la vitiligine di Jacko, ha deciso di raccontare le sue verità, a partire dal primo incontro con il cantante:

Michael è diventato mio paziente nel 1984, e come tutti sanno aveva enormi problemi medici. Aveva la vitiligine. Io sono stato il primo a diagnosticarla e l’ho aiutato nel processo di sbiancamento della pelle, necessario per renderla più omogenea, senza chiazze. Ma dovevo avere a che fare con altri medici, e di molti di loro non mi fidavo affatto. Quando uno come Michael ti racconta che c’era del personale negli altri studi medici che raccoglieva i peli che gli radevano non per buttarli via ma per venderli, sapevi che dovevi proteggerlo. Sono diventato suo amico proprio perché cercavo di proteggerlo. E con Michael ho alcuni dei ricordi più belli della mia vita.



Qualche esempio?

Una volta a Roma, al Majestic, con Michael che firmava gli asciugamani e poi li buttava dal balcone alla folla sotto per farla felice. O una notte a Parigi a Eurodisney con il figlio di Charlie Chaplin: il parco era chiuso e loro due si rincorrevano, uno con la camminata di Charlie Chaplin, l’altro con il “moonwalk”. Adorava andare a Disneyland, ci sarebbe andato tutti i giorni. Quest’uomo non ha mai avuto un’infanzia, non è mai cresciuto.

Il dottore ha inoltre raccontato di approvare la scelta di Jackson di diventare padre:

Era la cosa che più desiderava al mondo. Sono i bambini più carini che io abbia mai conosciuto. Perché Michael li copriva coi veli? Non voleva farli riconoscere, lo faceva per proteggerli, non per altri motivi. Sono bambini educati e intelligenti. Il grande legge già libri scientifici; Paris ha molto talento, potrebbe diventare una grande ballerina. Lo diceva anche Michael.

… e gli ultimi incontri con l’artista:

C’erano tante cose che dovevamo fare, anche per la sua faccia. Veniva ogni due settimane e si fermava anche per ore, incontrava Jo Champa, Anjelica Huston, mie clienti e amiche, mangiavano insieme, parlavano. Mi pareva tranquillo. Non andrò comunque allo Staples Center. Non voglio partecipare a una cosa che è diventata una follia collettiva.

Domani ce ne accorgeremo con i nostri occhi.

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>