Se a Napoli fai il cantante, e cominci a essere un po’ conosciuto, è inevitabile finire in quel giro. Poi, un conto è fare il proprio lavoro, un altro è essere colluso.
A parlare è Gigi D’Alessio ed il giro al quale si riferisce è quello della camorra. Già, avete capito bene, il cantante più chiacchierato di Napoli ha avuto a che fare con alcuni boss prima di arrivare al successo. Non che facesse chissà quale lavoro sporco per loro: si limitava a cantare i suoi brani ai banchetti e, a sentir lui, non poteva neppure rifiutarsi:
Che cosa potevo fare? A Napoli mi fermavano ovunque, dicendomi di tutto. ‘Se non vieni a cantare alla festa per il matrimonio di mio figlio ti taglio la gola’, ‘Se non ci canti le tue cose al pranzo per il battesimo di mia nipote ti spacco la testa’. Andavo, eccome se andavo.
Ma ora è tutto alle spalle e il buon Gigi non ha più bisogno di cantare ai matrimoni per guadagnarsi la pagnotta. Ora ha conoscenze molto più in alto:
Ho votato Berlusconi: mi piace come uomo e come politico. Quando ho fatto l’inaugurazione della mia villa, a Roma, il Presidente mi ha fatto l’onore di venire. C’erano pure Mastella e Storace.
Perché per restare in alto qualche amico si deve pur avere, no?