Francesco Silvestre, leader dei Modà, parla a cuore aperto dei difficili inizi della carriera, della malattia della madre, della lite, poi chiarita con Emma Marrone e dell’amicizia, ormai finita, che lo legava a Giuliano Sangiorgi.Kekko, in un’intervista al settimanale Chi, racconta i difficili inizi della carriera:
Prima che i Modà esplodessero tutto andava male. Ero senza un euro avevo fatto un finanziamento di diecimila euro per finanziare il disco.
Il leader dei Modà parla della malattia della madre:
Mia madre si ammala. L’accompagno all’ospedale per i primi esami. Le dico di stare tranquilla. Ma l’esito è drammatico: tumore. E lei se la prende con me perché avevo provato a tranquillizzarla. Le mamme sono sensitive, lei sapeva di stare male. Pazzesco. L’ho portata a casa, ho preso la macchina e sono andato al Casinò di Campione d’Italia. Vagavo tra i tavoli da gioco, ma senza puntare. Poi mi blocco davanti a una slot machine e dico: Ma che ci faccio qui? Prendo la macchina e rientro a Milano ma, durante il tragitto, mi vomito addosso per lo stress.
Dopo un primo momento di sbandamento Francesco è riuscito a completare il primo album:
Sono andato nella cantina di casa mia e mi sono rinchiuso per un mese a scrivere. La mia compagna, Laura, veniva solo a portarmi da mangiare. Volevo regalare a mia madre il sogno di vedermi cantante, il sogno di vedermi felice. Non è stato semplice. Agli occhi dei miei genitori volevo apparire sicuro, forte. In realtà dormivo con la luce accesa e dentro soffrivo, ero fragile. Non volevo deludere gli altri. Una paura fottuta. Il mio sogno era vendere 5 mila copie per rientrare con le spese, avrei fatto felici tutti e basta. Poi di copie ne abbiamo vendute cinquecentomila.
Silvestre, sul litigio avuto con Emma Marrone durante l’ultimo Festival di Sanremo, chiarisce:
Ho sbagliato. Ci siamo chiariti. Capita. A volte sono istintivo.
Nessun chiarimento invece con Giuliano Sangiorgi:
Eravamo amici, ci siamo più volte confrontati e sono stato ospite a casa sua. Insomma, ci siamo rispettati. In un momento di difficoltà l’ho chiamato e gli ho detto: Giuliano, sono devastato. Vogliono cambiarmi un pezzo, mi sento soffocare. Lui mi ha risposto: Fratello, la libertà artistica non te la può togliere nessuno. Poi, all’improvviso, mi ha tolto il saluto. Ma resta una mia vicenda personale.
Speriamo che il futuro di Kekko sia felice e che il peggio sia ormai alle spalle.