Dopo il tam tam mediatico seguito alla sua vittoria nella categoria Nuove Proposte al Festival di Sanremo, ci eravamo quasi dimenticati dell’esistenza dela nostra piccola grande Arisa, voce da usignolo e aspetto non proprio da femme fatale.
Ma ora eccola riapparire sulle pagine di Vanity Fair, pronta a commentare sei mesi di successo (e di fischi) e a tornare sugli apprezzamenti non sempre carini sul suo look:
La cosa peggiore che ho sentito dire di me è che sono finta. E, in Rete, che sono tanto brutta. A chi lo scrive, e non sono pochi, voglio far sapere che ho anche la cellulite. E non me ne frega niente Battute sul mio aspetto, il mio modo di fare, il paesello … Ma non mi lamento: mi aiutano a restare con i piedi per terra.
E poi qualche difettuccio se lo riconosce pure lei:
Guardando le ragazze in Tv capivo di essere molto diversa da loro. Ho provato anche a farmi bionda . Ho occhi, bocca e zigomi carini. Il naso è brutto e vorrei rifarlo, ma se lo tocco il mio fidanzato mi lascia. Prima o poi, però, lo sistemo, tanto non mi molla.
E poi con tutti quei soldi guadagnati con la vendita del disco, è anche giusto pensare di migliorare il proprio aspetto fisico:
Per carità . Manco un po’ di soldi ho visto … . Prima di andare a Sanremo non ho lavorato per mesi, quindi con i primi guadagni ho pagato debiti e arretrati. E so bene che potrebbe finire tutto all’improvviso. La lezione del sogno l’ho imparata.
Intanto però l’esperienza sanremese è servita a qualcosa:
Scoprire che tutti i parenti mi stimano. Prima, quando parlavo, mi dicevano sempre: “Si, si … Certo … Hai ragione …
E ancora:
Mi dicevano che ero una matta, una poco di buono, una puttana. Basta essere un po’ espansivi, “strani”, e subito si viene bollati. E’ così in tutti i paesi del Sud. Poi, davanti alla Tv, tanti hanno cambiato idea. Ovviamente solo perché mi hanno vista lì. È triste, ma è così. Comunque li capisco li capisco: esprimersi con libertà , per loro, non è normale. E io l’ho sempre fatto.
Continua pure a farlo, Arisa: a noi piaci così!