Andrea Bocelli racconta la cecità e l’amore

Foto: AP/LaPresse

Il suo volto e la sua voce sono noti al pubblico di mezzo mondo, ma in pochi sanno cosa si nasconde dietro la cecità di Andrea Bocelli, il tenore toscano che tiene alto il nome dell’Italia in giro per il mondo.

A raccontare il passato è proprio lui in un romanzo autobiografico (La musica del silenzio) e poi in un’intervista al settimanale Gente. E così si scopre che il piccolo Andrea era affetto da un glaucoma congenito, pur avendo comunque il dono della vista. Poi un giorno:

Sono sempre stato vivace e incontenibile. Da ragazzino amavo giocare a calcio e un giorno, durante una partita, una pallonata mi colpì proprio sull’occhio destro, l’unico dal quale riuscivo a scorgere la luce e i colori. Tentarono di curarmi attraverso varie operazioni, anche con l’applicazione di sanguisughe, ma non servì.

Bocelli divenne cieco e solo la musica riuscì a consolarlo del dono perso

Un piccolo giradischi bastava a rendermi sereno.

Poi arrivò la laurea in Giurisprudenza, la scuola di musica e quella di canto, fino al palco del Festival di Sanremo, dove Bocelli si impose tra le nuove proposte con Il mare calmo della sera.

Qui finisce la gavetta ed Andrea si trasforma nel grande artista che riscuote successi ed applausi ad ogni latitudine del globo. Una popolarità che però gli è costata parecchio dal punto di vista personale ed affettivo, visto che è proprio la notorietà la maggiore responsabile del divorzio dalla moglie, la madre dei suoi figli (Amos e Matteo, 15 e 13 anni). Da lì è cambiato anche il rapporto con l’universo femminile.

Da giovane non ho avuto fortuna con le donne. Per carattere sono portato alle passioni, ma m’innamoravo quasi sempre da solo. Mi sono rifatto strada facendo.

Già, adesso sono le donne a corrergli dietro. Del resto, la fama servirà pure a qualcosa, no?

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