La morte di Amy Winehouse avvenuta durante il pomeriggio di ieri ha lasciato sgomenti tutti i fan e il mondo della musica in generale. Nonostante l’età giovane della cantante londinese, la morte di Amy era, per certi versi, annunciata visto che spesso specialisti di ogni tipo, più di una volta, avvisarono la cantante che il suo stile di vita dissoluto e colmo di eccessi non l’avrebbe portata troppo lontano.
Le cause della morte sono tutte da chiarire. Com’è accaduto spesso, anche riguardante la dipartita di altri big della musica, sulla morte della Winehouse aleggia un velo di mistero.
Il dubbio è se la cantante non abbia retto all’ennesima overdose di droge o per un miscuglio letale di farmaci ed alcool.
Quello che è certo che i paramedici arrivati nell’abitazione dove Amy è deceduta hanno dichiarato che la cantante era “al di là di ogni possibile aiuto”.
Alla fine dei conti, poco cambia se sono state le droghe, i farmaci e l’alcol. L’abuso continuo di queste sostanze è segno eloquente di un malessere che Amy non è mai riuscita a superare, nemmeno dopo i svariati tentativi di andare in rehab, tutti tristemente rivelatisi inutili.
Un talento che nessuno è riuscito a salvare ma che forse non ha voluto nemmeno farsi aiutare.
C’è poco da piangere. L’ha voluto lei e ben le sta!