Avevamo da poco salutato il nuovo anno e ancora non ci eravamo ripresi da cenoni e fuochi d’artificio, quando dalle Bahamas arrivava la notizia del dramma vissuto da uno dei beniamini dello star system hollywoodiano: John Travolta aveva appena perso il figlio primogenito Jett, caduto in bagno dopo una violenta crisi epilettica.
Noi di Starlettime nell’occasione ci eravamo ben guardati dal riportare la notizia, mancando per una volta al dovere di cronaca, specie dopo le voci insistenti che riferivano del ritrovamento del ragazzo da parte di un domestico indicato come l’amante gay dell’attore.
Da quel triste giorno sono trascorsi più di sei mesi, ma il protagonista di Grease non sembra aver mai superato il dolore per la perdita di quel figlio “speciale” tanto amato. John Travolta da quel 2 gennaio non ha più voluto lavorare, si è chiuso in se stesso nella sua tenuta di Jumbulair, evitando contatti con chiunque.Questo il racconto di un vicino di casa al Mail Online:
Vediamo spesso John Travolta che gira di notte. E’ triste da vedere. Difficilmente lo si vede di giorno. Eravamo abituati a vederlo girare su un macinino con il figlio. Ora è John da solo. E’ sempre stato un animale notturno, ora lo è ancora di più.
Qualche giorno fa lo hanno avvistato nei pressi di un fast food: cappellino da baseball, aria trasandata, baffi e gonfiore in volto, mangiava patatine e cheesburger in perfetta solitudine.
E in un momento come questo sembra non trovare neppure conforto nella fede, lui che era ferdente seguace della setta di Scientology da almeno 34 anni. Anzi, a sentire voci vicine all’attore, pare che abbia rotto con la dottrina di Ron Howard proprio in seguito alla morte di Jett. Il ragazzo, infatti, soffriva della sindrome di Kawasaki, una malformazione che interessa i vasi sanguigni, curata con una semplice terapia di disintossicazione secondo l’insegnamento della setta, che attribuiva i disturbi di Jett a detersivi e fertilizzanti.
Magari se John Travolta fosse stato cattolico, ebreo, musulmano o ateo, a quest’ora staremmo raccontando una storia ben diversa.
mi fa pena e a voi no