Rose McGowan: da bambina è fuggita dalla setta Children of God

Rose McGowan, ex protagonista della serie tv Streghe, ed ultimamente attrice al fianco di Jason Momoa in “Conan il barbaro“, ha recentemente reso pubblico alla gente di aver passato i primi nove anni della sua vita all’interno della setta dei Children of God, finché un giorno, stanchi di tutto lei e la sua famiglia hanno deciso di fuggire.

La 37enne attrice, parlando della sua esperienza ha detto:

Sono cresciuta in un ambiente pastorale, è stato davvero idilliaco. Non era permesso di avere imperfezioni ho avuto una verruca sul pollice, e mi ricordo che camminando lungo il corridoio qualcuno aprì una porta e qualche adulto mi afferrò e mi tagliò con una lametta la verruca bloccandomi, lasciandomi poi in corridoio ancora sanguinante.

Anche se credeva in Dio, l’ex wicca di Streghe ha ammesso che sapeva di non appartenere al gruppo. “Sono uscito dal grembo materno agitando il rossetto rosso“, ha scherzato l’attrice.

Parlando seriamente della sua esperienza, Rose ha detto:

“Io non voglio essere come quelle donne. Erano praticamente lì per servire gli uomini solo sessualmente”.

L’attrice di “Grindhouse“, ha continuato a condividere le sue esperienze e dare informazione riguardo il culto, che tra l’altro prevedeva anche rapporti sessuali bambino-adulto

L’attrice parlando della sua esperienza , sottolinea il fatto che lasciare il culto non è stato facile e ricorda quando lei e la sua famiglia si sono nascosti in una casa in pietra per sfuggire agli adepti del culto.

Rose dopo anni ha voluto parlare della sua esperienza ed in una intervista ha detto:

“Ci sono persone che leggeranno questa storia e penseranno di aver avuto una strana esistenza, io penso che abbiano avuto una vita strana!”

La Children of God da allora ha cambiato nome in The Family International (TFI), e ha rilasciato una dichiarazione in risposta alla storia di Rose. Il gruppo ha rilasciato l’intervista al magazine o On the Red Carpet, ed ha detto:

le storie raccontate da Rose McGowan sono sospette e, a volte assurde, sono azzardate sulla base di speculazioni selvagge e ricordi d’infanzia imperfetti, realizzato solo per farsi pubblicità.

Nella dichiarazione rilasciata giovedì 25 agosto, la TFI ha anche sottolineato ci sono notizie contrastanti circa la cronologia della sua infanzia e l’arrivo negli Stati Uniti. Il gruppo ha inoltre aggiunto: “L’uso della terminologia culto del marchio in riferimento alla TFI da parte dei media è peggiorativo e discriminatorio”.

Come se non fosse vero che in America i culti nascono di continuo e riducono spesso gli esseri umani in cavie!

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