Bello, bellissimo, praticamente perfetto. Raoul Bova incarna il sogno di milioni e milioni di donne e tante ne potrebbe avere se solo volesse interpretare la parte del bello e basta. Ma lui è uomo di sani principi e mai si lascerebbe andare a storie di poca importanza, quelle che non portano da nessuna parte:
E’ molto facile sniffare, fare il personaggio maledetto e, che ne so, andare con tutte le donne che capita. Ma collezionare storie di sesso, cosa che gratifica molto l’ego maschile, non porta lontano. Porta al fatto che, dopo qualche anno, ti ritroverai solo sul divano senza nessuno da abbracciare. Il sesso è una gran cosa ma la vita non è solo sesso: è amore, affetto, costruzione di un mondo privato e sereno. Io il mio ego l’ho sacrificato volentieri, perché credo nelle storie durature.
E’ una parte dell’intervista concessa dall’attore ai taccuini di Vanity Fair, nella quale accetta di parlare anche della sua vita privata, di quello che accade tra le mura di casa quando sveste i panni della star e si infila in quelli del padre di famiglia.
Sposato con Chiara Giordano e padre di due figli, Raoul ammette che non sempre è facile riuscire a conciliare carriera e famiglia, specie nel rapporto con i piccoli di casa:
Io faccio un lavoro che mi porta a stare lontano, anche lontanissimo e per lunghi periodi. E’ un lavoro privilegiato ma, agli occhi di un bambino, un’assenza è un’assenza. Il problema vero è che quando rientriamo a casa, spesso, noi uomini ci sentiamo degli estranei all’interno della nostra famiglia. Allora, cerchiamo di “comprare” l’attenzione dei figli rompendo delle regole che la madre ha faticosamente instaurato mentre tu non c’eri. Questo può portare a tensioni pazzesche.
L’ultima battuta della lunga intervista è dedicata ai tanti ammiratori che lo seguono fin dagli esordi e che ne hanno decretato il successo:
Ho un enorme rispetto per i fan, sono stato fan anch’io. Una volta, una decina d’anni fa, avevo appena finito di girare “Ultimo”, conobbi un cantante italiano, famoso, che mi piaceva molto. Gli dissi che le sue canzoni mi avevano ispirato, che avevo una grande ammirazione per la sua musica. mi disse: “Non ho tempo” e si giro dall’altra parte. Ci sono rimasto di merda. Da quel momento, ho giurato a me stesso che per i miei fan, non avrò mai una giornata storta. Ogni autografo che non firmi è un sogno che uccidi.
Grazie per la concessione Rauol, ma toglici una curiosità: chi era ‘sto cantate maleducato e indisponente?