E chi lo avrebbe mai detto che uno come Pedro Almodóvar avesse un problema fisico così serio da non riuscire neppure a lavorare? Eppure dietro un’esistenza dorata da regista affermato ed amatissimo, si può nascondere un’infelicità che impedisce di godersi il bello della vita persino nelle piccole cose, come scrivere o guardare la tv.
Soffro di fotofobia! Ho vissuto prigioniero in una stanza, al buio, per mesi: non potevo accendere la luce, né vedere dvd o scrivere al computer. Un vero paradosso per un regista che ama i colori accesi e vive in mezzo ai riflettori.
Già un vero paradosso, uno dei tanti nella sua vita di uomo e nella sua carriera di regista, che accetta di raccontare dalle pagine di Ciak.
Potrebbe sembrare una dichiarazione ad effetto, di quelle classiche che si fanno per conquistare l’attenzione del lettore e vendere qualche copia in più, ma il guaio di Pedro è tutt’altro che irrilevante e sta rischiando di comprometterne anche la vena artistica.
Sono anni che soffro di mal di testa. Vengo da una famiglia, da parte di padre, vittima di questo tipo di dolori. L’anno scorso, dopo la lunga promozione di Volver, quando alla fine ho potuto dedicarmi alla scrittura, sono rimasto quasi fulminato per alcuni mesi dall’attacco di ininterrotte e persistenti emicranie e cefalee.
E’ molto triste pensarlo chiuso in una stanza al buio, in compagnia solo di se stesso e dei suoi dolori insistenti e lancinanti. Una genialità che rischia di venire oscurata dalle tenebre di una vera e propria malattia, che gli impedisce di concentrarsi su qualunque altra cosa che non sia il mal di testa.
Eppure Pedro sta cercando di lottare, affidandosi ai neurologi, anche se le speranze di veder sparire il mal di testa ed il fastidio derivante da qualsiasi tipo di luce sono veramente poche. E nonostante tutto riesce ancora a fantasticare, tanto da riuscire a partorire un nuovo film Los abrazos rotos (Gli abbracci spezzati) interpretato da Penelope Cruz. Ma non aspettatevi di trovare nella pellicola qualcosa che si riferisca al suo problema:
Niente di autobiografico, nessun mal di testa né intense terapie neurologiche come è capitato a me, ma un romanzesco film d’amore e dolorosi tradimenti in cui però l’oscurità, il buio, avranno un ruolo determinante.
E non poteva essere altrimenti. Auguri Pedro!