Al settimanale Io Donna, Micaela Ramazzotti racconta come procede la sua vita matrimoniale:
A casa nostra si ride molto, ci si prende parecchio in giro. Paolo (il regista Paolo Virzì, ndr) è una persona meravigliosa, io sono fortunata. La nostra è una famiglia bella, con un bimbo che ci riempie la vita. Non saprei davvero descrivermi come compagna, bisognerebbe chiederlo a lui. So che sono felice dell’esistenza che abbiamo, posso dirlo senza esitazione e questa è la risposta alla sua domanda.
L’attrice si considera un’ottima mamma:
È più facile. Sono come una leonessa. Vigile, caparbia, provo un sentimento selvaggio nei confronti di Jacopo. La maternità mi ha trasformata, non vivo per me stessa, vengo dopo e questo mi piace tantissimo. Attraverso di lui sono paradossalmente tornata a essere figlia, perché quando sono su un set me lo porto dietro, come per questo film in cui i miei genitori si occupavano di lui mentre lavoravo e la sera stavamo insieme tutti quanti. Dico sempre che infatti si è trattato di una coproduzione familiare, oltre che di cinema.
Micaela ha una propensione quasi naturale alla vita domestica:
Una casa molto “Virzì”. In un quartiere accogliente, poco conosciuto, che sembra nascosto in una Roma di altri tempi. Una casa piena: ci sono ciotole per cani, oggetti ovunque e parecchio profumo di cucina. Adoro cucinare, mi faccio consegnare prodotti biologici a domicilio e appena arrivano comincio a rovistare nella cassettina per scegliere cosa preparare. Poi mi metto ai fornelli a creare. E mangio con chi amo. Mangio tantissimo, per essere onesta.
E’ lontana l’immagine di una casalinga disperata:
Ormai ritaglio anche i punti sulla scatola del latte, mi sento persino patetica, ma mi diverte un mondo. Ho il limite di essere poco multitasking come richiesto alle donne oggi, ma mi sto attrezzando. Faccio una cosa per volta, altrimenti non riesco a concentrarmi, questa è l’unica regola. Ma ottimizzo.
Buon il rapporto con la figlia che Virzì ha avuto dal primo matrimonio:
Ottavia ha 22 anni, la considero una supersorella e l’adoro. Studia Storia dell’arte e mi dà lezioni straordinarie. È coltissima, mi descrive i monumenti e la loro storia con una tale passione che potrei ascoltarla per ore. Io in cambio cucino per lei e le regalo la mia autenticità. Non è male come soluzione. Anche perché viene assolutamente naturale.