Correva l’anno 1973 e una giovane attrice turbava i sogni di un’intera generazione di italiani, interpretando una conturbante cameriera nel film Malizia. Vestaglia, autoreggenti e reggiseno: un look da ammaliatrice che fece le fortune del film e della sua protagonista, Laura Antonelli.

Ma la vita dà e la vita toglie, e dell’affascinante attrice non resta che un pallido ricordo, un flash scolpito nella mente di coloro che l’hanno amata.

A guardarla adesso non si direbbe che sia stata così bella, che sia stata capace di far innamorare migliaia di maschietti allupati e libidinosi. Eppure è proprio lei, Laura Antonelli, la donna che appare davanti ai flash impietosi della rivista Vero. Ma come avrà fatto a ridursi in questo stato?

Il calvario di Laura è iniziato nel 1991, quando una sera qualcuno bussò alla porta della sua villa di Cerveteri, mentre all’interno si svolgeva una simpatica festicciola tra amici. Peccato per lei che quel qualcuno aveva le strisce rosse sui pantaloni, un berretto con la fiamma in testa ed un mandato di perquisizione in mano. “E questo cos’è, signora Antonelli? Guarda guarda, 36 grammi di cocaina su un vassoio d’argento…”.

Da quel momento per l’attrice cominciò una lunga trafila giudiziaria, che la portò prima a Rebibbia, poi agli arresti domicialiari con l’accusa di spaccio e tre anni abbondanti da scontare. Poi arrivò l’assoluzione (benedetta legge sull’uso personale!) ed il risarcimento di 108mila euro.

Nel frattempo le venne proposto il sequel del film che l’aveva resa celebre, dal titolo Malizia 2000. ma il volto di Laura non era più quello di una volta e la produzione la invitò a “ritoccarsi”, facendosi iniettare del collagene. Ma gli interventi non andarono a buon fine e la povera Antonelli si ritrovò deturpata e citò in giudizio il chirurgo, il regista del film e l’intera produzione (casomai non le fossero bastati i guai con la giustizia per uso e spaccio di droga).

Stavolta però non trovò solidarietà all’interno del tribunale e venne rispedita a casa con la più semplice delle motivazioni: reazione allergica. E ora eccola qui, faccia gonfia (o grassa, fate voi) e l’espressione di chi ha poco da chiedere alla vita. L’unica cosa che le rimasta è la vestaglia, ma per il resto… stendiamo un velo pietoso…

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Ultimo aggiornamento: Marzo 27, 2009

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