Siamo abituati a vedere Giorgio Pasotti nei panni di attore, ma ultimamente si è cimentato anche nelle vesti di scrittore raccontando nel libro Dentro un mondo nuovo la sua esperienza, durata due anni, di vita studentesca in Cina. Ma soprattutto, l’attore è il testimonial di una campagna contro la violenza sulle donne.Giorgio, in un’intervista al settimanale A, parla del suo ruolo in questa campagna:
È la campagna, Mettetevi nei panni delle donne, contro la violenza femminile voluta da Telefono Donna: un uomo in abiti maschili con indosso un solo capo femminile per comunicare lo sforzo assolutamente necessario che gli uomini devono fare per entrare nella testa e nel cuore delle donne.
Pasotti di dichiara contrario al matrimonio:
I sentimenti non possono essere messi sotto contratto, non possono essere formalizzati: io credo in un impegno giornaliero, reciproco che richiede tempo e fatica. Non è necessario sposarsi anche perché il matrimonio è qualcosa che si deve celebrare ogni mattina: quando ci si sveglia si deve promettere di amare e rispettare la persona che ci sta vicino almeno fino a sera. La promessa di amare una persona per sempre, anche se fatta in buona fede, è sinceramente quasi impossibile da mantenere.
L’attore si dice d’accordo con la sua compagna, l’attrice Nicoletta Romanoff che qualche giorno fa ha dichiarato che non lo caccerebbe da casa per un tradimento:
In realtà non sono poi così sicuro che alla fine si comporterebbe in questo modo… Scherzi a parte, siamo insieme da così tanti anni che la nostra relazione è ormai consolidata ed è facile rilasciare queste dichiarazioni quando si è riusciti a costruire qualcosa di veramente importante. Io comunque la penso esattamente come Nicoletta: non la caccerei di casa se scoprissi una sua scappatella. Anzi, penso che si debba cercare di capire i motivi che hanno portato a quel comportamento: un tradimento, spesso, deriva da una mancanza di attenzione, d’amore, di tenerezza. 20 anni fa, ovviamente, a questa domanda avrei risposto l’opposto. Oggi invece potrei anche perdonare un tradimento.
Giorgio parla della sua passione per la scrittura:
Sentivo proprio l’esigenza di fare qualcosa di diverso dalla recitazione e così nel 2010 ho scritto questo libro che in maniera molto ironica e leggera prende spunto della mia esperienza in Cina, quando nel 1992 ho vissuto lì per due anni. Poi ho scritto una sceneggiatura incentrata sul personaggio di Arlecchino: è un progetto abbastanza complicato che vorrebbe anche valorizzare il dialetto bergamasco.
Con il passare degli anni si matura e si impara ad essere meno assolutisti, soprattutto in amore.
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