Che guaio ‘sti figli! E se poi sono figli di personaggi famosi, il guaio è addirittura doppio, perché forse sperano che gli vengano perdonate tutte le piccole-grandi marachelle commesse.
Ma stavolta il giovane rampollo della famiglia Douglas, Cameron, figlio di Michael e nipote del mitico Kirk, non se l’è cavata con una sgridata e dovrà restarsene in una cella due per due per la bellezza di cinque anni.
La vicenda è nota e risale alla scorsa estate, quando il ragazzo venne beccato con 230 grammi di metamfetamine, destinate a finire sul mercato americano della droga. Venne arrestato (e non era nemmeno la prima volta per reati simili) e solo oggi è arrivata la sentenza.
Una sentenza dura? No, stando alle opinioni comparse in giornata su vari blog americani, considerando che il reato di spaccio da quelle parti viene punito con 10 anni di carcere. Ma è chiaro che in questo caso la popolarità di Micheal ha influito sul verdetto, così come la lettera che l’attore ha scritto al giudice affinché venisse letta in aula:
Io conosco bene il dilemma di trovare la propria identità quando hai un padre famoso. Sono convinto che mio figlio trarrà insegnamento da questa avversità per diventare un bravo cittadino.
Una richiesta di clemenza arrivata anche dalla lettera scritta da Catherine Zeta-Jones, moglie di Micheal, ma non madre di Cameron:
Cameron è un essere umano generoso, rispettoso e meritevole.
Alla fine il giudice ha nicchiato un po’, forse per dimostrare che il figlio di una star merita lo stesso trattamento di chiunque altro:
Cameron Douglas non è una vittima come il suo entourage vorrebbe darci a credere.
Non sarà una vittima, ma intanto si becca solo cinque anni di galera, pur dicendosi pentito per il dolore arrecato alla propria famiglia. Insomma, alla fine della fiera abbiamo capito che anche in America la legge non è uguale per tutti.