I sessant’anni bussano alle porte, ma Corinne Clery sembra immune allo scorrere del tempo, come se non fosse passato neanche un giorno da quando faceva girare la testa a milioni di uomini dal grande schermo.
Ora è una donna matura, equibrata, realizzata e convinta delle proprie scelte (‘sono una donna e una nonna fantastica’, ama ripetere), ma c’era un tempo in cui non trovava pace, almeno dal punto di vista sentimentale:
Sono una che ‘ti amo, ti amo, ti amo’ e poi la mattina dopo non mi trovi più. Ero spesso più grande dei miei fidanzati, ma di testa crescevo più in fretta di loro. Avevo bisogno di cose sempre nuove.
E’ uno stralcio dell’intervista rilasciata a Gioia, nella quale la bellissima attrice francese accetta di parlare anche degli amori avuti in gioventù:
Warren Beatty era un martello. Mi telefonava la notte. Lo respinsi. Mi dava fastidio che ci provasse con tutte.
Ce ne vuole di coraggio per dire di no a Warren Beatty! Ma Corinne preferiva un altro tipo di macho, sul genere di Adriano Celentano per capirci:
Con Adriano c’era una passione reciproca. Ero innamorata di mio marito e lui di sua moglie. E’ stato amore platonico, sofferto. Non so come ci siamo tenuti. Una volta sono stata io a dire: “Facciamolo”, ma lui si sottrasse.
Ma come Adria’, una delle donne più affascinanti del pianeta te la dà completamente gratis e tu giri lo sguardo dall’altra parte? Accidenti che fedeltà! Scherzi a parte. Da quel giorno sono trascorsi dei secoli e oggi la bella Corinne è felicemente sposata con Beppe Ercole, fama da sciupafemmine e collezione di mogli al seguito:
Sono diventata amica delle sue ex mogli, anche quella che ora non voglio mai più rivedere.
Si riferisce a Serena Grandi, ex del suo attuale marito e un tempo sua grande amica:
Stavamo sempre insieme, eravamo una specie di famiglia allargata. Una sera, reduce dagli arresti domiciliari, andò da Costanzo a sparlare di me e di mio marito. Disse che Giuseppe non manteneva suo figlio, quando gli versava sei milioni al mese. Una volta ci siamo incontrate per strada. Non la salutai. Lei m’insultò, voleva prendermi a borsate, ma pesava quasi cento chili.
E meno male, altrimenti sai che botte da orbi!
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