La battaglia legale (e familiare) continua. E Asia Argento, per la prima volta dell’azione che ha avviato al Tribunale dei Minori di Roma contro Morgan, parla sulle pagine di Vanity Fair spiegando perché, secondo lei, il cantante non è un buon padre.
Innanzitutto l’approccio da sempre errato di Morgan nei confronti di Anna Lou.
Marco non ha praticamente mai provveduto al mantenimento di sua figlia. L’affidamento condiviso in realtà non è mai esistito. Poteva vederla un weekend sì e uno no, e all’inizio io spingevo perché lo facesse. Compravo il biglietto, l’accompagnavo a Milano, la tornavo a prendere, ma era uno sforzo solo mio. Quante volte è venuto a trovarla, negli ultimi due anni, quando si trovava a Roma per lavoro o per altri motivi? Mai.
Un episodio negativo, su tutti.
Una volta Morgan aveva promesso di andare a prenderla a scuola, io per fortuna ho detto all’autista dello scuolabus: se vedi che è rimasta sola, portala a casa subito. Marco ha chiamato, si era svegliato tardi, mi ha chiesto se Anna Lou poteva aspettare. No, gli ho risposto, non ti può aspettare, è già rientrata. Lui non capisce il danno che può fare. Un bambino, quando aspetta qualcuno, si prepara il cuore, e quando quel qualcuno non arriva, si interrompe il rapporto di fiducia che è necessario per una crescita sana.
E la vicenda della droga?
Gli ho subito telefonato, gli ho detto: Marco, io questa cosa la devo spiegare ad Anna Lou, se ne parla ovunque, non voglio che lo sappia da altri. Ma poi chiamala tu, rassicurala. Gli ho ritelefonato il giorno dopo, doveva andare da Bruno Vespa, gli ho ripetuto: chiama tua figlia. Lo ha fatto quasi due mesi dopo, senza nemmeno un cenno alle parole che gli erano state attribuite.
Infine, l’amara ma chiara conclusione di Asia:
Io non voglio togliere nulla a nessuno, tanto meno cancellare Marco dalla vita di Anna Lou. Qui stiamo parlando dell’aspetto legale della potestà genitoriale, quello morale è lui che ha deciso di non esercitarlo.
Per Morgan, la via della ragione, si allontana sempre più.