Non mi sentivo una star quando me lo dicevano, o un’incapace quando me lo dicevano. Non ci sono mai cascata, forse per il basso livello di autostima.
All’inizio sono stata molto aiutata da Boncompagni, dalla sua traduzione, il suo disincanto, il suo cinismo sulla televisione. Lui diceva sempre: “Ma lo sai che noi non facciamo niente, questo è niente, e se no che facevi, lo struscio in via del Corso?” In fondo non è andata male. Ricordo che mi faceva leggere i giornali, c’era una violenza, non trovo altra parola: è drogata, è lolita, è la puttana bambina, è l’icona per i pedofili. La cosa che divertiva Gianni è che io in video sembravo così cinica, così pronta, e poi magari mi beccava in lacrime perché mi avevano sequestrato il motorino e non sapevo come dirlo a mia mamma. Ma io non ho mai ceduto al mischiare tutto, quando andavo via di lì la mia vita era un’altra cosa.
Ho passato la vita a ripetere non vi dirò mai per chi voto. Quest’anno che invece l’ho detto a tutti e mi sono sbilanciata firmando il manifesto per Veltroni, ho fatto quasi una mia campagna elettorale, pur sapendo benissimo come andava a finire, morire se l’ha scritto qualcuno. Ma come? Ti dico una cosa che mi hai chiesto per diciannove anni, e ora che te la dico non la vuoi scrivere? È surreale.
Ah, no, su quello grandi premi e riconoscimenti. Anche se c’è sempre la Chiesa che storce un pò il naso sul mio nome, La cosa che mi disturba di questo integralismo è che un credente finisce con lo smettere di credere. Verrai punita, verrai massacrata, bruciata, giustiziata, insomma la solita storia.
Ci piace pensare di avere ancora una data da fissare. Ma noi ci siamo già sposati.