Foto AP/LaPresse

Se ne sarebbe voluto andare in silenzio e invece la sua morte ha fatto molto rumore, sia per il modo in cui è avvenuta che per la grandezza del personaggio, universalmente riconosciuto come il padre della commedia all’italiana.

Mario Monicelli non ha voluto un funerale, lo ripeteva spesso ai propri familiari negli ultimi anni, ma Roma gli ha voluto tributare comunque un saluto degno di un grande. Il feretro del regista è arrivato questa mattina nel quartiere Monti, dove viveva da tempo, ed è stato accolto da una folla di cittadini, che hanno salutato Monicelli sulle note di Bella ciao e di Brancaleone, uno dei suoi film più riusciti (il suo preferito, tra l’altro).

Dopo il saluto del suo quartiere, il feretro è stato trasportato alla Casa del Cinema, dove è stata allestita la camera ardente, benché il sindaco della Capitale, Alemanno, avesse proposto il Campidoglio come location per il triste evento. Molti i volti noti che hanno voluto omaggiare il regista, primo fra tutti il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:

Mario Monicelli se ne è andato con un’ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare. Negli ultimi tempi la moglie mi diceva che andava a giornate, anche se erano più quelle buone che quelle cattive. E’ stato un grande del cinema, non solo italiano. Un uomo meraviglioso. Io ho amato tutti i suoi film, ma forse quelli che ho preferito sono stati La grande guerra e Romanzo popolare.

Un ricordo commosso arriva anche dal sindaco di Viareggio, città natale di Monicelli:

Perdiamo un illustre concittadino, piangiamo la sua scomparsa. Vogliamo ricordare il maestro Monicelli anche dedicandogli una piazza e intitolandogli la rassegna Europa Cinema che si tiene a Viareggio da molti anni.

Un atto dovuto per un grande uomo che tanto ha dato al cinema italiano. Ciao Mario.

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Ultimo aggiornamento: Dicembre 2, 2010