Ossessionato dalle minorenni, lascivo e misogino: è questo il ritratto di Woody Allen che scaturisce dall’analisi di bena 56 scatoloni di materiale inedito, bozze, sceneggiature, appunti e storie brevi del regista da parte di Richard Morgan, giornalista freelance del Washington Post. E viene da chiedersi: perché l’82enne è ancora al suo posto?
Prima di procedere va sottolineato che il materiale in questione era stato accumulato fin dal 1980 nella sezione libri rari della Firestone Library dell’Università di Princeton. “Ossessione vivida ed insistente per le minorenni” e “misoginia e riflessioni lascive“: sono questi i termini utilizzati dal giornalista che riesce, per la prima volta dopo l’apertura del vaso di pandora hollywoodiano e le accuse nei confronti di Harvey Weinstein, ad attaccare Woody Allen.
Non vi sono al momento storie di attrici che denunciano, ma vi sono sceneggiature ed appunti che lasciano sconcertati per il fatto di porre sempre al centro di tutto (e molti suoi film ne sono un esempio diretto, N.d. R) storie di adolescenti con persone di mezza età. Si tratterà anche di fantasie ma è innegabile, ripercorrendo la carriera del regista, che alcune di esse siano diventate anche realtà: basti ricordare il primo bacio letteralmente rubato sul set di Manhattan all’attrice sedicenne Mariel Hemingway.
Lascia sconcertati poi quel “c’è moi” (“sono io”) cancellato a margine del dialogo in una bozza per il New Yorker del 1977 dove viene raccontata la passione di un 45enne per delle studentesse del City College di New York. Insomma, la vita artistica sembra poter essere una copia della sua vita reale, già costellata di scandali che non ne hanno però interrotto il percorso artistico: non si può dimenticare che Woody Allen abbia lasciato la moglie Mia Farrow per la figliastra Soon Yi Previn e che sia stato accusato dall’altra figlia Dylan di molestie.