Il momento che decine di persone e sue vittime stavano aspettando: R. Kelly, il noto cantante statunitense, è stato riconosciuto colpevole di abuso sessuale e altri reati. Questo per lui potrebbe anche significare passare decenni in prigione e la fine non solo della sua carriera ma della sua libertà.
Riconosciuta anche associazione a delinquere
Nonostante due decenni di accuse c’è voluto quest’ultimo processo, durato sei settimane, per far sì che R. Kelly venisse riconosciuto colpevole per tutti e nove i capi di imputazione per i quali era stato incriminato: tra di essi figurano come già anticipato l’abuso sessuale, ma anche l’associazione a delinquere e lo sfruttamento sessuale. Si tratta della prima condanna per l’artista, dopo anni e anni di accuse sempre più gravi lanciate nei suoi confronti.
Il processo si è tenuto a New York e ben 45 persone sono state chiamate a testimoniare: quelle che sono state in grado di fare davvero la differenza sono state però undici (nove donne e due uomini) che avevano accusato il cantante e che sono state capaci di descrivere in maniera credibile e con riscontri oggettivi le minacce, gli abusi e le violenze subite da parte di R. Kelly. Molti di questi “incidenti” sono avvenuti quando le vittime erano minorenni.
Da quanto si è stati in grado di provare, Kelly avrebbe sfruttato la sua fama per attrarre giovani donne e ragazze minorenni interessate a una carriera nella musica per poi abusarne sia psicologicamente che fisicamente. Particolarmente curiosa è l’accusa di associazione a delinquere, comunque facilmente spiegabile: è stato provato che i manager e assistenti dell’artista lo aiutavano a incontrare le sue vittime e a tenerle soggiogate a lungo.
Prima condanna nonostante diversi processi
Sebbene non sia stata la prima volta che il cantante era stato processato per abusi sessuali è la prima volta che è stato condannato: in passato diverse volte aveva elargito risarcimenti per tenere buone le proprie vittime. Per capire che tipo sia R. Kelly basta ricordare quando nel 1994, a 27 anni, aveva sposato la cantante Aaliyah, allora 15enne falsificando il certificato di nascita.
Nel 2002 venne accusato di pedopornografia, quando cominciò a circolare un video che lo mostrava fare sesso con una ragazza di quattordici anni: venne assolto perché la ragazza non testimoniò al processo.
Di certo questa sentenza fa giustizia di tutte le sue vittime e darà pace duratura alle stesse: difficilmente gli anni di condanna per tutti i nove capi di accusa saranno pochi, soprattutto pensando alla capacità dell’uomo di reiterare il reato.