Lui è la parte lesa, colui che si è visto rovinare la carriera politica e la vita da un gruppetto di carabinieri immemori del giuramento fatto. Lui è il poveraccio che si è visto rovinare un tranquillo pomeriggio di luglio, quando sperava di potersi trastullare tra le lenzuola del suo trans preferito (Natalie), per poi tornare tranquillamente tra le braccia della moglie ignara (ignara? vogliamo sperarlo!).
Insomma, Piero Marrazzo è colui che ha pagato il prezzo più alto nella vicenda dei video-ricatti ed è per questo che la sua testimonianza è fondamentale per arrivare ad un briciolo di verità .
Oggi è stato ascoltato dai magistrati per due ore come persona informata dei fatti, per poi scappare di fronte alla vista di flash e giornalisti, coprendosi il volto con la giacca, come il peggiore dei delinquenti (tranquillo Piero, la tua faccia la conosciamo benissimo!).
Ma quello che più ci stuzzica in tema di gossip è l’ammissione riguardo ai famosi 2.000 (?), 3.000 (?), 5.000 (?) euro trovati accanto alla droga e filmati tempestivamente dai carabinieri:
Qualche volta poteva capitare che quei soldi potessero servire anche per la droga oltre che per le prestazioni sessuali.
Insomma ragazzi, siamo passati dalla versione “è tutto una montatura” a quella “sono un uomo finito” per via dello scandalo sessuale. Ora esce fuori che il Governatore della Regione Lazio spendeva parte del suo lauto stipendio per allietare con polvere bianca la sua permanenza in via Gradoli. E non finisce qui. Scommettiamo che domani viene allo scoperto qualche altro altarino?
Intanto, per dovere di cronaca, riportiamo un altro stralcio della dichiarazione di Marrazzo:
Quella in via Gradoli fu una rapina. Non mi sono mai sentito ricattato. Io non mi sono accorto che si stava girando un video.
E meno male, altrimenti a quest’ora avremmo già celebrato i funerali di un rappresentante dello Stato, suicidatosi senza lasciare spiegazioni!