Allarme rientrato. Vladimir Luxuria non è diventata una donna. Almeno non ancora, sebbene abbia cominciato l’iter lo scorso settembre al Cedig (Centro universitario per la diagnosi e la terapia dei disturbi dell’identità di genere) della provincia di Trieste, più o meno quando annunciò alla stampa la sua decisione.
Le voci, iniziate a circolare ieri, davano Vladimir reduce dai ferri di un chirurgo di Casablanca. E su Dagospia si leggeva più o meno questo:
L’amica trans Mara Keplero, che è andata a trovarla a casa sua, ha notato sul tavolo un biglietto aereo della Royal Air Maroc, andata e ritorno per Casablanca. Poi ha visto una serie di medicine post-intervento chirurgico e ha notato sulle braccia di Vladi, molto moscia e con difficoltà a camminare, buchini e lividi da flebo.
Ma la smentita non è tardata ad arrivare.
Ma quale operazione: a Casablanca sono andata in vacanza, a Pasqua. A parte che ci si opera ormai ovunque, da Londra a Napoli, in quella notizia ci sono di vere un paio di cose: l’amica mi ha trovato davvero in uno stato di malessere e prostrazione. Tutta colpa di una mia disattenzione alimentare che mi ha costretta a fare i conti con un’infezione intestinale. La seconda verità è che in Marocco ho deciso di andare un po’ all’ultimo minuto tradendo l’abitudine a trascorrere le feste di primavera a Foggia. Se non ho avvisato tutti è perché credo di non dovere usare il megafono a ogni passo.
E allora quando cambierà sesso sul serio?
Non risponderò mai più a questa domanda, con la psicologa che segue il mio percorso siamo giunte ala condivisa idea che rispondere significherebbe alzare il livello di attesa nei media, un’attesa francamente fuori luogo.
Insomma, niente dado tratto, niente zac. Vladimir per ora sta bene così. E lasciatela viaggiare in libertà, per favore!