Il caso di stalking ai danni di Angelica Schiatti non deve essere dimenticato. E non perché riguarda una persona conosciuta all’interno del mondo dello spettacolo, sia per quel che riguarda la vittima sia per quel che riguarda il carnefice.

Quattro anni da incubo per Angelica Schiatti

Senza nominare l’artista coinvolto, onde evitare di fargli ulteriore pubblicità, basta dire che la storia che coinvolge questa autrice dura ormai da quattro anni. Un periodo in cui al seguito di una denuncia ben circostanziata, sebbene ancora in attesa della prima data del processo, prevista per il prossimo settembre.

Il caso è diventato di pubblico dominio per due ragioni: un articolo scritto da Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano e la denuncia social, con tanto di distanziamento dalla propria casa discografica, in comune con lo stalker, da parte di Calcutta, attuale fidanzato di Angelica Schiatti.

Tra le accuse ascrivibili allo stalker vi è anche quella di essersi finto il rapper Willy Peyote per poter continuare a perseguitare la donna. Questo senza contare i messaggi mandati anche a Calcutta. Il problema sostanziale di tutta questa vicenda non è solo nella lentezza della giustizia ma anche nel fatto che fino al caos mediatico avvenuto sia la Rai che la Warner Music non si erano fatti alcun problema a potenzialmente sostenere questa persona dal punto di vista lavorativo.

Le reazioni pubbliche delle star

I social ogni tanto servono a qualcosa e il clamore è stato così forte che entrambe le aziende hanno dovuto fare dei passi indietro e reagire come sarebbe dovuto occorrere tempo fa. Molti artisti, tra i quali figurano anche Emma Marrone, Roy Pace, Annalisa, Ermal Meta hanno fatto sentire la loro voce.

Ma per loro, va detto, in passato nei confronti di questa persona hanno parlato anche i fatti. E ora tutti quanti sappiamo perché. Il punto da sottolineare è che la storia di Angelica Schiatti purtroppo è comune a molte donne. Ed è importante sottolineare nuovamente che troppo spesso non ci si muove se non quando le vittime sono ormai morte.

I testi pubblicati da Il Fatto Quotidiano in merito allo stalking da parte di quel personaggio fanno rabbrividire e raggelare. La semplicità con la quale siano configurabili non solo l’ingiuria, lo stalking ma anche il revenge porn in chat pubbliche è devastante. E deve essere qualcosa che non può e non deve ripetersi. Ma che soprattutto deve essere condannato senza se e senza ma. Con tanto di carcere.

È assurdo nel 2024 trovarsi davanti assimili avvenimenti. Dove tra l’altro lo stalker ha anche il coraggio di sostenere di essere perseguitato.

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Ultimo aggiornamento: Luglio 11, 2024

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