Ci risiamo, Vittorio Cecchi Gori torna nuovamente a far rumore sulle prime pagine dei quotidiani e stavolta poco c’entrano le sue avventure sentimentali.

Nessuna nuova storia o ritorni di fiamma più o meno credibili. Nessun paparazzo a turbare la quiete dell’ex senatore ed ex presidente della Fiorentina.

Stavolta a suonare al campanello di Palazzo Borghese è stata la Guardia di Finanza, che gli ha gentilmente recapitato un ordine di arresto, ornando i suoi polsi con un bel paio di braccialetti metallici. L’accusa è grave e, visti i suo guai precedenti con la giustizia, potrebbe valergli una permanenza piuttosto lunga nella patrie galere: bancarotta patrimoniale!


State tranquilli, è certamente un disguido.

Queste le poche parole con le quali si è congedato dai suoi collaboratori, mentre gli agenti lo conducevano fuori dall’ufficio, ma sembra che la sua posizione sia abbastanza compromessa da fargli passare la voglia di fare il guascone.

L’inchiesta riguarda la Cecchi Gori Group, dichiarata fallita per ben tre volte e l’accusa parla ora di atteggiamento mirato a

svuotare la società del suo patrimonio in favore di altre società del medesimo gruppo.

Insomma alla fine della giostra, Vittorio dovrebbe allo Stato qualcosa come 25 milioni di euro. Se volete considerarlo un semplice disguido…

E non è la prima volta che il signor Cecchi Gori finisce in manette. Già qualche anno fa, nell’ambito di un’inchiesta per motivi molto simili, venne effettuata una perquisizione nella sua casa, in seguito alla quale vennero trovate due bustine di cocaina. E lui?

L’unica droga che conosco è lo zafferano. La coca non è mia, non so come sia finita qui.

Si, dicono tutti così, intanto i nasi si allungano così come la lista delle accuse!