Che ci crediate o no, il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna ha ammesso di essere in errore, chiedendo scusa per i danni procurati un paio di anni fa alla comunità gay.
Correva l’anno 2008 e l’ex valletta televisiva saliva sui banchi del Parlamento con l’aria di chi ha capito tutto di politica e società. Di lì a poco le associazioni gay italiane organizzavano il Gay Pride nazionale in quel di Roma e chiedevano proprio alla Carfagna il patrocinio. E lei? Figuriamoci se voleva mettere il suo nome accanto a quello degli omosessuali!
Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride. Penso che l’unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d’accordo.
E ancora:
Io credo che l’omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l’integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare.
E qualcuno (l’onorevole Paola Concia, unica omosessuale dichiarata all’interno del Parlamento) glielo ha dimostrato, se è vero che ieri la signorina si è presentata al Quirinale e nell’incontro con le associazioni alla giornata mondiale contro l’omofobia ha preso la parola per chiedere scusa:
Consentitemi un pensiero particolare all’onorevole Anna Paola Concia, alla quale sono grata per l’impegno e la delicatezza che ha speso per farmi conoscere la ricchezza del mondo associativo qui presente, con tutte le sue sfumature, e per avermi aiutata a sfondare il muro della diffidenza della quale penso di essere stata allo stesso tempo vittima e inconsapevole responsabile, in un passato remoto, ormai ampiamente superato.
Perdonata dai gay? Penso di si, ma la prossima volta, cara Mara, informati prima di esprimere un concetto.