Morgan scrive al tribunale americano

Foto: AP/LaPresse

Riusciranno mai a scrivere la parola fine sulla lunga battaglia legale per l’affidamento della figlia? Naturalmente ci riferiamo a Morgan ed Asia Argento, protagonisti in questi giorni di una querelle a distanza che sembra non aver fine.

Il cantante si lamenta di non aver potuto consegnare il regalo di Natale alla piccola Anna Lou, perché quella strega (è così che deve immaginarla il povero Morgan) di Asia ha portato la figlioletta in America, senza premurarsi di chiedere il consenso del padre.

La vicenda è arrivata anche sulla scrivania del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale il cantante chiedeva un intervento in difesa dei suoi diritti di padre. Ma immediata arrivava la replica dell’attrice, che tramite i suoi avvocati faceva sapere di non essere una fuorilegge, avendo portato la piccola negli States in virtù di un passaporto firmato dallo stesso Morgan qualche anno fa. Perché torniamo ad occuparci dell’argomento? Perché il cantante ha deciso di rivolgersi al tribunale americano per far valere le proprie ragioni.

A parlare è l’avvocato di Marco Castoldi:

Il mio assistito chiede di sollecitare con urgenza la procura del Tribunale federale di New York a compiere tutti i passi necessari per rimuovere, per quanto possibile, ogni ostacolo all’esercizio del suo diritto di visita, per ripristinare la situazione preesistente alla sottrazione, consentendo così alla minore di tornare il prima possibile nel proprio Stato di residenza per riabbracciare l’amato padre e per ricevere da lui i regali di Natale.

E ancora:

Si tratta di una procedura Internazionale prevista dalla Convenzione dell’Aja del 1980; con tale istanza Morgan ha chiesto, altresì, di conoscere la data di rientro in Italia della sua amatissima figlia, le sue attuali condizioni di salute, e dove si trova in alloggio a New York.

Ora manca che metta in mezzo i cavalleggeri, i marines e la Folgore e poi siamo a posto.

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