Vittorio Sgarbi e Sabrina Colle parlano, per la prima volta insieme, del loro rapporto in un’intervista pubblicata su Grazia. Intenso, tormentato, senza eros e senza bugie. Ma con molta tenerezza. Si parte dal primo incontro. O meglio, dalla prima volta in cui il critico d’arte ha visto il viso della Colle:
L’avevo vista in una pubblicità. Non l’ho mai detto a nessuno, ma ho chiesto ai miei collaboratori che me l’andassero a cercare e me la portassero. Poi ci siamo incontrati, per caso, a una cena.
Una storia d’amore che dura dal lontano 1997, nonostante l’ostentazione da parte di Sgarbi del tradimento. Ecco però la spiegazione della donna a questa apparente ambiguità:
Mi dà tutto quello che voglio: una tenerezza, una dolcezza assoluta. Perché è sensibile, affettuoso, capace di ascoltare e di capire. E perché è bello. Non so: a me sembra bellissimo (Sgarbi si alza e va a darle un bacio sulla testa, in silenzio, ndr). All’inizio non capivo: ero provinciale, bigotta. Adesso lo so: lui tocca tutte, come un polipo. Quando esagera, lo sgrido. E lui dice: “Di chi parli? Quella lì? Boh, non mi ricordo. Come si chiama?…”. Bugiardo» (ride).
D’altronde, la Colle è la “donna perfetta”, come asserisce Sgarbi. Perfetta, ma non da sposare:
No, non mi sposo. Penso che il matrimonio sia una forma di diffidenza. Se credi che ti amo, non hai bisogno che te lo dica davanti a un testimone. Il matrimonio è fatto per le sfighe: serve se stai male (così il partner ti può curare in ospedale). Serve se muori (così il partner ha diritto alla pensione di reversibilità). Serve se ti separi (così ottieni gli alimenti). Il matrimonio ha senso solo quando finisce.
In merito all’argomento nozze, Sabrina è preparata:
Vittorio è sempre stato talmente chiaro con me, limpido, che davvero questa cosa non posso chiedergliela. E poi, in un certo senso, noi ci siamo sposati. È accaduto al funerale di mia madre. Siamo entrati insieme, camminando per mano lungo la navata centrale. Lui, al termine della cerimonia, ha detto, commosso, parole bellissime su di me, su di noi. È stata una specie di consacrazione del nostro amore… Detto questo, mi piacerebbe sposarmi davvero. Sarebbe una cosa romantica.
La coppia ha anche parlato di sesso, con Sgarbi che ha confessato:
Ho avuto la fortuna di avere una donna con una tensione sessuale piuttosto modesta, preclusa anche a me. Quando siamo arrivati a questa conclusione, ci siamo sentiti liberi da vincoli. Il sesso è una cosa che io faccio così… come si va a caccia, o a pesca.
Il critico d’arte, noto aizzatore dei salotti tv, aggiunge:
Una notte ero in albergo, a Milano. Lei è venuta a trovarmi. All’alba ho allungato la mano per prendermela (dice proprio così, ndr). Lei s’è scansata dicendo: “Ehi, mi hai scambiato per una delle tue puttane?”. È paradossale, no?
Sabrina racconta di uno Sgarbi bisognoso di attenzioni fisiche:
Lui è così: ha solo un gran bisogno d’intimità fisica, di contatto. Se in albergo ci danno letti separati, lui li fa unire, non tollera la distanza. Mi riempie di abbracci, di carezze. Il nostro è un erotismo forse più fisico (e insieme più sofisticato) di quello della catena di montaggio a cui lui sottopone le altre donne. O meglio, così fa credere a tutti.
Lei convinta che lui “si sforzi di mantenere la fama dello sciupafemmine per puro orgoglio maschile“, lui convinto che basta “essere invidiato per la mia infinita capacità seduttiva“, cosa ne pensano della possibilità di avere dei figli? Sgarbi prima risponde così:
Bisognerebbe ricominciare a scopare, per avere un figlio.
Infine, argomenta:
Non credo nella paternità. Penso che un uomo debba stare con un figlio in proporzione al tempo che ci mette a farlo: non più di un giorno al mese. Detto questo, penso di poter fare qualunque cosa per far felice Sabrina. Il suo desiderio è di per sé una buona ragione per essere esaudito. Questo figlio sarebbe il frutto di una fecondazione assistita e avrebbe in lei il padre e la madre.
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